«Molti i problemi, ma ora sono gestibili»

C’è addirittura chi si aspettava un rimbalzo superiore. Analisti e gestori sono colpiti dall’ «effetto sorpresa» che Unicredit ha sferrato ieri al mercato. «C’era un esercito di pessimisti - osserva l’analista di un primario gruppo internazionale - che è rimasto improvvisamente spiazzato». Spiega un suo collega di un altro istituto: «Unicredit ha un forte peso negli indici e in questo periodo è rimasto sottopesato. I numeri divulgati ieri hanno innescato una rincorsa a comprare». Un gestore azzarda: «Assisteremo a rialzi e rimbalzi, come succedeva un tempo con il titolo Stm». Incalza un altro: «Non si può essere catastrofici su tutto».
Analisti e gestori interpellati parlano liberamente solo sotto il vincolo di anonimato, perché esprimersi su un singolo titolo, dall’ufficio di una banca o da un sgr, è un fatto sensibile. Alcuni concetti sono comuni nelle varie interpretazioni: tutti osservano che i dati diffusi ieri sono andati oltre alle aspettative. «Unicredit ha dichiarato 4 miliardi di utile quando tutte le maggiori banche europee hanno chiuso il 2008 in perdita». «Unicredit è un gruppo molto diversificato, con forti opportunità di crescita in Europa: ha tanti piccoli rischi, tutti gestibili». Un gestore: «Il titolo, ai minimi, era giunto a rappresentare 0,3 volte il patrimonio netto meno il goodwill, quando il settore in Europa esprimeva una media dello 0,7». Il recupero di ieri è stato vistosissimo: ma molti ricordano che negli Stati Uniti un titolo come Citi, che era sprofondato a un dollaro, ora ha già recuperato quota 3. «Certo, partiva da un valore di 50: ma da 1 a 3 vuol dire aver guadagnato in poche settimane il 200 per cento». Unicredit, in meno di settimane, ha guadagnato oltre il 50%.
«Ieri si è capito che i problemi ci sono, ma ampiamente gestibili - osserva un analista - anche grazie ai Tremonti bond». E spiega: «Nel 2008 le rettifiche sui crediti sono ammontate a 3,7 miliardi; noi - un istituto internazionale, ndr - stimiamo che le rettifiche del 2009 saranno all’incirca doppie, 7 miliardi. Sono poste che abbassano la redditività. Tuttavia Unicredit può contare su profitti operativi che attutiscono ampiamente la caduta, e possono assorbire fino a 11 miliardi di rettifiche, quando Commerzbank, per esempio, non può contare oltre i due miliardi».
Uno degli interlocutori si aspettava maggior chiarezza sulle svalutazioni dei titoli «tossici», o comunque dubbi: «Su questo punto occorrevano maggiori assicurazioni». Mentre è stato accolto in maniera scontata il fatto che la quota in Mediobanca non venga svalutata.
Quanto al valore del titolo - che in chiusura si è portato a 1,15 euro, più 19% - non è difficile notare che è «ancora molto lontano dai prezzi storici». Nessuno si sente di fare previsioni, «anche perché venerdì (domani, ndr) sono attese le scadenze tecniche che potranno portare nuove variazioni». Tuttavia un osservatore autorevole ricorda, pur con qualche delicatezza, che «all’annuncio dei risultati 2008, Enel, la settimana scorsa, strappò del 7%; e il giorno dopo perse nuovamente il 7%». Più tranchant un suo collega: «Il rimbalzo era un atto dovuto. Io mi sarei aspettato anche di più, un progresso del 30-40% in una sola seduta». Non è una semplice illusione, vista la performance di ieri.


Anche il dividendo in azioni, per quanto ampiamente annunciato, è stato accolto positivamente: «Si tratta di un aumento di capitale, con tutte le sue conseguenze patrimoniali. E non avrà effetti diluitivi, visto che i nuovi titoli verranno distribuiti a tutti i soci».

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