Cronache

«Momento liberale» intasato da opinioni in libertà

Il senatore Pdl Enrico Musso è responsabile del gruppo

«Momento liberale» intasato da opinioni in libertà

(...) sulle Pagine bianche, tanto t’intercettano lo stesso. Insomma: succede spesso, fin troppo, che uno sia convinto, maledettamente convinto, eccetera, di questi tempi in cui la rivoluzione tecnologica via internet consente praticamente a chiunque di inviare praticamente a chiunque opinioni, complimenti, insulti, fotografie della suocera senza denti o del bimbo obeso e antipatico, oltre a consigli su come sciogliere la cellulite in tre giorni o recuperare l’autostima in vent’anni, e a esternazioni varie sui gusti sessuali di Michelle Obama e della bisagnina della porta accanto. Nella stragrande maggioranza dei casi, si tratta di materiale non richiesto, che intasa la posta elettronica e impedisce di ricevere le comunicazioni utili, sintetiche e intelligenti. Ma questo, ovviamente, ai mittenti non importa, diciamo pure che non gliene frega niente. L’importante è inviare, rompere (loro dicono: «i canoni dell’incomunicabilità»), seccare («le radici del silenzio»), scocciare («l’anima dei conformisti»), infastidire («le trame del potere»), spappolare («i ... beh, lasciamo perdere).
In questo scenario, si inserisce a pieno titolo «Momento liberale», la community (chiamatela pure blog, o social network) lodevolmente originata da un’idea di Beppe Damasio, liberale antico e liberale vero, capogruppo della Lista Biasotti nel consiglio municipale, che intendeva favorire il dibattito fra amici sulle problematiche politiche, sociali, civili. Per un po’ il dibattito è andato avanti alla grande: temi concreti, contributi pesanti, fra cui quelli di parlamentari, consiglieri comunali e municipali, artigiani, manager e imprenditori. Tutti a pigiare sulla tastiera del pc, per coinvolgere il resto del mondo. Poi, a qualcuno il meccanismo, come dire?, ha preso la mano.
È successo che Massimo e Franco, uno capogruppo della Lista Biasotti in Municipio, l’altro frequentatore assiduo della rete, abbiano cominciato (e proseguito) scambiandosi opinioni personali in libertà. Decine di opinioni, centinaia di opinioni in libertà, visto che ne hanno fatto partecipi tutti indistintamente gli iscritti a «Momento liberale». Che si sono trovati in rete ogni mattina messaggi tipo: «Ti riconosco un solo difetto. Ma Genova è solo rossoblù». Si inserisce Galgano: «E Torino è granata, forza vecchio cure granata, lotta con noi!» che pare una sviolinata al nostro direttore Mario Giordano, inguaribile torinista. E ancora: «Da questo mese curo una rubrica che si chiama “Medicina per tutti“ sulla rivista Genova Zena che suggerisco di acquistare perché molto accattivante», o anche «Scusami, non ho mai posto in dubbio di rivolgermi a un liberale», ma «Non hai bisogno di scusarti, la colpa è mia che non mi sono fatto capire», anche se «scusami, ma stamane mi sono svegliato con il buzzo del bastian contrario». «Complimenti, Massimo», «Tante grazie, Franco».
Oppure, sentite questa: «Produrre la quantità di materiale che Vi invio è per me fonte di grossi sacrifici. Come vedete, spesso gli aggiornamenti sono costretto a farli di notte, quando ho assolto ai miei doveri di padre, lavoratore e consigliere». Commovente! Ci provano il buon Damasio, che predica: «Signori, per cortesia, stiamo esagerando», e il caporedattore del Giornale Massimiliano Lussana che cerca di fare da paciere, ma ammonisce: «L’unica differenza è fra uso e abuso. Per chi riceve più di 200 mail al giorno sulla casella personale, oltre a un migliaio su quella di redazione, trovarsi più di venti messaggi, alcuni doppioni, alcuni di dialogo fra persone che potrebbero sentirsi direttamente, è il miglior modo per scoraggiare anche i lettori più attenti». Si vedono rispondere: «Ma come? Io mi sto facendo un mazzo tanto per tutti, e mi dici che ricevi troppe e.mail? Invece di dirmi hai “rotto le palle“, “cancellami“, “scrivi delle belinate“, io spero che ti ravveda, la cosa sta prendendo una brutta piega e mi dispiace». Sapessi a loro...
Infine, c’è anche qualcuno che consiglia. «Beppe, aspetta il congresso e poi sposta ML su Facebook.... magari chiamandolo Pli-Genova. PS. Anzi aprilo subito... sennò uno dei “mohicani” ti ruba l’idea». Grande! Il tutto inviato alla posta elettronica di tutti. Che devono anche sorbirsi lo sfottimento: «Sei veramente fortunato ad essere tra quelli che ricevono messaggi da Momento liberale, google groups. Visita il sito e fallo visitare dagli amici».
Quali amici? Mi sa che ormai ci sono solo nemici. A meno che l’onorevole Sandro Biasotti non scenda in campo a metter pace fra gli «arancioni», inviando una e.mail - una sola! - dal pc di Montecitorio.

Se non l’hanno già intasato quelli del «Momentaccio».

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