Il mondo policromo ed evanescente di Jakhnagiev

Alla galleria Edarcom fino a sabato una personale del pittore bulgaro

Laura Gigliotti

La Bulgaria è protagonista in questo periodo a Roma, dai tesori traci al Balkan festival. Alla Galleria Edarcom Europa di piazza dell’Alberone fino a sabato è possibile avere un saggio dell’arte bulgara contemporanea nella mostra dedicata a Ivan Jakhnagiev, inaugurata dal vicepresidente della Repubblica di Bulgaria Angel Marin. Nato a Sofia nel 1948, Jakhnagiev, dopo il periodo di formazione alla locale Accademia di Belle Arti, si è dedicato all’arte astratta: una scelta difficile, di rottura, in un paese ligio alle ferree leggi del realismo socialista. Sono stati una quindicina d’anni di grandi difficoltà, ricorda il figlio Alexander, anch’egli artista (ha lavorato insieme a Echaurren alla stazione Metro di Piramide). «Era visto come un oppositore, non poteva fare mostre. Per comprare colori, tele, cornici, bisognava avere una ricevuta dall’Unione degli Artisti, così finiva per dipingere su legno o mescolando ai colori altri materiali».
Ma alla metà degli anni Ottanta l’atmosfera cambia: il pittore riesce a far filtrare la sua opera fuori dei confini ed espone a Bruxelles, Amsterdam e Berlino. Con la caduta del muro si spalancano anche le porte della sua città. Se gli anni precedenti aveva avuto modo di esporre in luoghi appartati, un cinema, una farmacia, nel ’90 a Sofia si apre la prima mostra ufficiale. È in questo periodo che scopre un modo di fare arte da tempo in voga in Occidente, la body art, quel dipingere i corpi femminili che fa scandalo e lo fa conoscere al grande pubblico. L’esposizione allestita nelle sale del Parlamento di Sofia nel 2004 è il naturale coronamento di un percorso di successo.
A Roma sono in mostra 25 oli e acrilici su tela realizzati negli ultimi due anni. I cicli dei monasteri, delle barche, il ciclo erotico, in cui a dominare è sempre il colore che richiama la policromia della tradizione delle chiese ortodosse bulgare, romene, greche, espressione d’identità contro il plurisecolare dominio turco. Un’esplosione di colori che non nasconde ma anzi enfatizza l’intelaiatura formale del dipinto. Le sagome delle barche, il profilo dei monasteri, i particolari del corpo femminile sottendono i segni neri, le sfumature del colore, le trasparenze da acquerello. La figura non scompare mai completamente.

È un mondo evanescente quello di Jakhnagiev, che si muove verso l’alto, forme che generano altre forme, la città di Sozopoli che si trasforma in Perugia quasi per magia.
Edarcom Europa, piazza dell’Alberone, 6. Tel. 067856890. Orario: lunedì-sabato 10.30-13.00/15.30-19.30. Fino all’11 Marzo.

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