120 armi, tonnellate d'esplosivi: l'Eta ha consegnato gli arsenali

Disarmo per i separatisti baschi dell'Eta. Francia: "Un passo positivo". Spagna: "Nessun trattamento di favore. Hanno perso"

120 armi, tonnellate d'esplosivi: l'Eta ha consegnato gli arsenali

Sono otto depositi quelli segnalati dagli uomini dell'Eta (Euskadi Ta Askatasuna), organizzazione separatista basca che oggi ha consegnato un elenco di arsenali rimasti nascosti a lungo alle autorità francesi, all'interno del piano di disarmo già annunciato da tempo.

Centoventi le armi già scoperte, insieme a 3 tonnellate di esplosivi e a una grande quantità di munizioni che appartenevano ai separatisti, che ora si sono riconfigurati come organizzazione non armata e che se in una lettera inviata alla Bbc ieri facevano notare che "il processo di pace non è ancora completo", tuttavia hanno compiuto un ulteriore passo verso la risoluzione.

Una mossa importante, ma non definitiva, secondo il governo spagnolo, che per l'Eta ha richieste ben precise: "Chieda scusa alle vittime" e "annunci il suo scioglimento definitivo", con la consapevolezza che non ci sarà "nessun trattamento di favore" e che la consegna degli arsenale non è vista da Madrid tanto come un gesto di buona volontà, ma più che altro come "la conseguenza della sconfitta dell'Eta da parte della democrazia spagnola".

È tuttavia "un grande passo" in un percorso iniziato nel 2011, con l'annuncio del cessate il fuoco, secondo il ministro dell'Interno francese, Matthias Fekl, che ha commentato la vicenda perché molti dei depositi si trovavano proprio Oltralpe, nel dipartimento Pirenei Atlantici, dove le forze

dell'ordine lavorano da stamattina.

"In questo giorno senza dubbio importante, dobbiamo ricordare tutte le vittime, le loro famiglie, i loro cari, e in particolare i poliziotti e i membri della guardia civile", ha aggiunto Fekl.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica