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911 Emergency: come funziona in America

Ambulanze, autogru, divise iconiche e sirene blu bianche e rosse. Gli automezzi americani del pronto soccorso hanno sempre un fascino particolare, quasi hollywoodiano. Per capire meglio come funzionano siamo passati dal Dipartimento dei Vigili del Fuoco di Kansas City, una metropoli al centro degli Stati Uniti

911 Emergency: come funziona in America

Il “Fire Department” (Dipartimento Vigili del Fuoco) della Città di Kansas City, in Missouri (al confine con il Kansas), coordina tutti gli eventi che coinvolgono emergenze sanitarie, come le ambulanze, ma anche operazioni che richiedono i Vigili del Fuoco. Abbiamo parlato con David Dexter e Brian Doyle, entrambi vicedirettori del pronto soccorso sanitario di Kansas City. A mia sorpresa, ci siamo seduti nel loro ufficio davanti una tazza di caffè illy (già, italiano doc)… forse l’ultimo caffè che mi sarei immaginato di bere in quel luogo! Dexter e Doyle sono entrambi paramedici e dirigono le attività nel campo durante emergenze particolari. Sono tra i pochi che hanno un veicolo personale e coordinano le risorse in situazioni “abnormi”.

Gli Stati Uniti ricevono chiamate d’emergenza su un numero unico, proprio come da poco in Italia. Chiamando il “911” (analogo al nostro 112) si viene messi in contatto con il Dipartimento di Polizia locale. In base alla natura della chiamata l’evento viene amministrato dalla polizia stessa se è di loro competenza o viene trasferita al “Fire Department”. Questo è il Dipartimento del “Fuoco”, analogo ai nostri “Vigili del Fuoco”. A questo punto abbiamo incontrato Jim Millican, un altro vicedirettore nella sala controllo del dipartimento. Alla sua postazione, composta da cinque schermi, dirige tutte le chiamate e le attività d’emergenza.

Il sistema computerizzato utilizzato da Millican ed i suoi colleghi è molto avanzato e permette al personale di coordinare risorse per qualsiasi tipologia di emergenza. La chiamata in arrivo viene immediatamente localizzata con coordinate (latitudine e longitudine). Questo permetta al sistema di vedere subito tutte le risorse nei paraggi e determinare quali arriverebbero il più velocemente. Le coordinate vengono poi trasformate nell’indirizzo più vicino al punto localizzato, indirizzo che viene poi chiesto al chiamante ben due volte per conferma. In base all’emergenza gli ufficiali come Millican seguono un protocollo computerizzato che crea una velocissima diagnosi della situazione. Il programma è talmente preciso, spiega proprio il vice direttore Millican, che una volta inserite abbastanza caratteristiche (come tipo di incidente, sintomi, persone coinvolte, ferite, ecc.), il computer consiglia come procedere. “Ci dice addirittura quante unità servono e di che tipo devono essere (ambulanze, autogru, autopompe, ecc.) e se devono viaggiare con lampeggianti e sirene, solo lampeggianti, o senza segnali. Naturalmente gli operatori possono modificare le risorse necessarie (come inviare più ambulanze), ma il computer offre un punto di partenza molto solido in tempi record.

In media, il soccorso arriva in circa 5-7 minuti dalla chiamata. Questa statistica, però, come spiega il vicedirettore Dexter, non è proprio veritiera perché la città metropolitana di Kansas City amministra anche zone rurali non facilmente raggiungibili (parliamo di circa 945 chilometri quadrati). Nella zona metropolitana il tempo di intervento è circa 2-3 minuti. Se invece c’è bisogno di soccorrere nelle zone rurali allora il tempo si allunga, anche di molto. In situazioni particolari, come emergenze distanti ed importanti, il dipartimento può anche richiedere uno o più elicotteri per il trasporto aereo. La centrale continua poi a monitorare l’emergenza, monitorando in tempo reale la posizione di tutte le unità di emergenza sul posto.

Una grossa differenza con il sistema italiano è che non esistono le auto mediche. Se necessario, un’unità può raccogliere un medico ad un ospedale, ma non è cosa comune. Questo è perché ci sono i paramedici. Ci sono due tipologie di agenti sanitari a bordo: tecnici di emergenza medica (“Emergency Medical Technicians” o EMT) e paramedici. Gli EMT sono soccorritori che operano attrezzature ma non possono amministrare medicinali propri. Possono però aiutare altri, se necessario. I paramedici possono invece amministrare medicinali e praticare quello che loro chiamano “advanced life support” o procedure avanzate di supporto vitale (come per esempio aprire una via respiratoria). I paramedici hanno una certificazione che permetta a praticare sotto la licenza del Direttore Medico. Questa figura (tipicamente una per dipartimento ma può controllare più dipartimenti) controlla tutti i protocolli per le procedure mediche. Quindi, se un paramedico deve praticare una tracheotomia (apertura delle vie respiratorie tagliando la trachea), egli segue il protocollo che è autorizzato dal Direttore Medico.

La struttura operativa del Fire Department è molto particolare. Dal 2010 il Dipartimento ha assorbito l’EMS, l’Emergency Medical Service (Pronto Soccorso Medico, analogo al nostro 118). Ecco perché la centrale di controllo amministra sia i vigli del fuoco che il pronto soccorso. I vigili del Fuoco esistono da un centinaio di anni mentre il pronto soccorso, da circa solo 60 anni. È alquanto curioso: in precedenza qualsiasi emergenza medica veniva trattata esclusivamente in ospedale e qualche volta l’ospedale stesso andava a “prendere” il paziente. Il servizio, come lo conosciamo ora, è ancora relativamente giovane. È nato con la realizzazione del Dipartimento dei Trasporti (equivalente al nostro Ministero per i Trasporti) che troppi incidenti accadevano in strada, causando la necessità di soccorso mobile.

La città di Kansas City, come i nostri Comuni, è suddivisa in dipartimenti, come polizia, vigili del fuoco, idraulica, parchi (come le nostre ex guardie forestali) e vari altri. Sotto il dipartimento “Fire” ci sono vari “Bureau”, o uffici, che amministrano vari aspetti del dipartimento. Per esempio, c’è l’ufficio per lo sviluppo professionale (come l’accademia, l’addestramento, ecc.), l’ufficio dei servizi tecnici, l’ufficio medico (che si occupa dei protocolli medici, procedure d’emergenza, qualità, e finanze), l’ufficio operazioni d’emergenza (dove troviamo i paramedici, gli EMT, i vigili del fuoco, ecc) o l’ufficio per le prevenzioni (dove lavora il “Fire Marshall” che certifica per esempio ambienti pubblici o privati). Ogni ufficio ha un direttore e vari vicedirettori che fanno le sue veci nel campo.

Dall’unificazione dei vigili del fuoco con il pronto soccorso nel 2010, l’addestramento è diventato multi-disciplinare. Il nuovo personale viene inviato all’Accademia dove seguono un percorso professionale di 16 settimane. La metà è dedicata al pronto soccorso mentre l’altra metà ai vigili del fuoco. Un cadetto diventa allora sia un vigile del fuoco che un EMT allo stesso tempo. Questo permette di lavorare su qualsiasi mezzo d’emergenza del dipartimento. Il dipartimento può anche offrire un percorso di studi per diventare paramedici. Questo è un corso universitario di circa due anni (equivalente ad una laurea breve) completamente finanziato dal dipartimento (non una cosa da poco considerando i costi universitari americani). In quel caso, la direzione modifica i turni per permettere all’EMT di lavorare e di andare all’università.

Il Dipartimento dei Vigili del Fuoco, come in Italia, è un corpo scelto molto nobile che rischia la vita, proprio come le altre forze dell’ordine. Il rapporto con la pubblica cittadinanza e quindi molto importante. Come spiega Dexter, il loro operato è molto efficiente e le chiamate vengono gestite a regola d’arte. Il personale non viene mai mandato nel campo impreparato e soprattutto sempre in proporzione all’emergenza. Questo permette agli EMT e vigili di non trovarsi mai in difficoltà.

A questo punto non ho resisto a chiedere: “nei cartoni si vede sempre il pompiere che salva il gattino sull’albero. Succede davvero?”. “Certamente” mi risponde il vicedirettore. “È un evento che noi categorizziamo come “Assistenza Pubblica”. Viene inviata un’unità dei vigili del fuoco che si occuperà di “salvare” il gattino e riconsegnarlo al proprietario. È anche per questo che abbiamo un buon rapporto con il pubblico. Se in certi casi non possiamo fare molto perché l'evento non ci compete o non sappiamo come procedere, più che volentieri diamo un’occhiata al problema per aiutare.

Ci siamo sempre” conclude Dexter con un sorriso.

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