Mondo

Accordo Usa-Ecuador: base militare americana alle Galapagos

La decisione di Quito di concedere agli Usa le Galapagos per scopi militari ha subito indignato l'ex presidente ecuadoriano di sinistra Rafael Correa

Accordo Usa-Ecuador: base militare americana alle Galapagos

Ascolta ora: "Accordo Usa-Ecuador: base militare americana alle Galapagos"

Accordo Usa-Ecuador: base militare americana alle Galapagos

00:00 / 00:00
100 %

Non si placano le polemiche esplose ultimamente in Ecuador all’indomani della decisione del governo di Quito di accordare agli Usa il diritto di utilizzare l’arcipelago delle Galapagos, patrimonio Unesco, come “base militare”.

Telesur, emittente con sede in Venezuela, afferma che l’accordo siglato dalle autorità della nazione andina con l’amministrazione Trump attribuisce a Washington la facoltà di realizzare delle basi per l’aeronautica sugli atolli in passato cari a Charles Darwin, caratterizzati da una fauna e una flora di estrema rarità. In particolare, il network ispanofono sostiene che il nuovo aeroporto militare statunitense verrà realizzato sull’isola di San Cristobal, che si trova all’estremità orientale dell’arcipelago.

Le rivelazioni fornite da Telesur hanno immediatamente scatenato l’indignazione dei partiti di opposizione all’attuale Capo dello Stato di Quito, il moderato Lenín Moreno. Ad esempio, Rafael Correa, ex presidente del Paese andino di ispirazione socialista, ha condannato con durezza la concessione agli Usa del diritto di impiegare per scopi militari tale paradiso naturale. Egli ha quindi affermato: “Le Galapagos non possono essere trasformate in un aeroporto per i velivoli da guerra dei gringo. Quelle isole sono una provincia ecuadoriana, sono patrimonio dell’umanità e fanno parte del sacro suolo della nostra patria”.

Sempre Correa ha poi bollato l’accordo siglato con Washington dall’esecutivo Moreno come un “atto di vassallaggio verso gli imperialisti americani” e ne ha poi denunciato l’“incostituzionalità”. Ad avviso dell’esponente socialista, la concessione delle Galapagos all’esercito statunitense sarebbe infatti contrastante con le disposizioni della Legge fondamentale nazionale che proibiscono la presenza di forze armate straniere sul territorio ecuadoriano. L’articolo 5 della Costituzione del 2008, citato dall’ex presidente di sinistra, recita appunto: “La realizzazione entro i confini del Paese di basi militari straniere o di installazioni suscettibili di impieghi bellici da parte di Stati esteri non sarà mai consentita”.

Alle polemiche innescate dall’opposizione socialista ha immediatamente replicato il ministro della Difesa di Quito, Oswaldo Jarrin, che ha innanzitutto confermato di avere sottoscritto in questi giorni con i vertici del Pentagono l’accordo di concessione delle Galapagos a beneficio degli Usa. Il componente dell’esecutivo Moreno, pur sorvolando sulla questione del potenziale contrasto del trattato incriminato con l’articolo 5 della Costituzione, ha quindi “ricordato” a Correa che sarebbe stato proprio quest’ultimo, durante il suo mandato presidenziale, ad avviare trattative con gli Americani circa l’utilizzo dell’arcipelago per finalità militari, trattative poi concluse dall’attuale leadership moderata ecuadoriana.

Jarrin ha infine assicurato all’opinione pubblica del suo Paese che le autorità di Quito vigileranno affinché la realizzazione, da parte del Pentagono, della base aerea Usa sull’atollo di San Cristobal avvenga “senza pericoli per l’ecosistema locale”.

L’amministrazione Trump, interpellata dai media statunitensi in merito alle rivelazioni divulgate da Telesur, ha anch’essa ammesso, tramite una nota del dipartimento della Difesa, l’esistenza dell’intesa con l’esecutivo ecuadoriano inerente alla concessione delle Galapagos. Il comunicato in questione precisa poi che l’aeroporto militare americano destinato a sorgere nel paradiso naturale Unesco servirà come punto di partenza per "velivoli Boeing 707 e Lockheed P-3 Orion muniti di strumentazione radar d’avanguardia”.

Questi ultimi si alzeranno in volo dall’isola di San Cristobal per “pattugliare l’Oceano Pacifico” e per partecipare a operazioni di contrasto contro i narcotrafficanti attivi in Sudamerica”.

Commenti