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Addio all'Europa: ecco la nuova meta preferita dagli oligarchi russi

Le rotte aeree descrivono un netto cambiamento. Dall'avvio dell'invasione in Ucraina, i ricchi russi hanno iniziato a volare verso Dubai, diventato il nuovo centro degli affari in rubli

Addio all'Europa: ecco la nuova meta preferita dagli oligarchi russi

Inversione di rotta. Dall'analisi dei tracciati aerei, il cambiamento emerge con chiarezza: i miliardari russi hanno modificato l'itinerario dei loro viaggi e dei loro affari. Dopo l'invasione dell'Ucraina ordinata da Putin, nulla è stato più come prima nemmeno per i super ricchi di Mosca, che nel giro di poche settimane si sono ritrovati a dover rivedere le loro abitudini. Tra sanzioni, blocchi sui capitali e sequestri, per gli oligarchi l'Europa è diventato un luogo ostile. Parigi, Londra, Milano e Zurigo, un tempo collegate alla Russia da una fitta rete di voli, sono scese vertiginosamente nella lista delle mete di approdo per lasciare spazio a una nuova geografia aerea tutta proiettata verso il Medio Oriente e l'Asia.

In meno di un mese, dal 24 febbraio scorso in poi, l'élite russa ha spostato altrove le proprie attenzioni e ora il nuovo ombelico del mondo per i super ricchi (in rubli) è Dubai. Qualcuno, al riguardo, ha già coniato il neologismo "Dubaisk", proprio a voler sottolineare la massiccia presenza di russi nella città degli Emirati Arabi divenuta il riferimento di un certo turismo di lusso. Un'analisi pubblicata dal New York Times lascia poco spazio alle interpretazioni e mostra come, dall'avviso dell'invvasione in Ucraina, i voli in partenza dalla Russia abbiano progressivamente cambito le loro destinazioni. Su quegli aerei, peraltro, c'erano soprattutto giornalisti, imprenditori, attivisti e operatori tecnologici costretti a emigrare a motivo di una situazione interna divenuta insostenibile. Ma anche fedelissimi di Putin. Nelle scorse settimane, a essere paparazzato sulle spiagge di Dubai era stato anche il propagandista del Cremlino Dmitri Kiselyov, noto per le sue aggressive invettive televisive contro l'Occidente.

Prima della guerra di Putin contro Kiev, solo il 3% dei voli privati ​​in partenza dalla Russia era diretto negli Emirati Arabi Uniti. Ma la percentuale è cambiata drasticamente proprio alla luce dei drammatici sviluppi dell'attualità. Il dato in questione, stando alle analisi sulle rotte aeree riportate dal quotidiano statunitense, è salito al 6% nelle settimane successive all'inizio dell'invasione e al 14% entro il mese di maggio. E il trend è dato in costante crescita. Su 2000 voli monitorati, il report ha preso in esame sia le rotte seguite dai jet privati (la maggioranza) sia quelle dei jet noleggiati da società commerciali.

Di colpo, Dubai è diventato il principale hub in grado di offrire ai russi le opportunità di lusso e di affari che al momento sono loro pregiudicate in altre parti del mondo, specialmente in Europa. "Molte persone non hanno scelta. Dubai è uno dei pochi posti in cui ora puoi trasferire la tua attività, dove c'è un mercato, dove puoi sviluppare la tua attività e dove hai ancora un mercato di società internazionali", ha spiegato al New York Times Daria Poligaeva, giornalista russa che si è trasferita nella località emiratina diversi anni fa e che ora vede arrivare un'ondata di connazionali.

Dati alla mano, i Paesi che più hanno risentito di questa inversione di rotta sono stati la Francia, la Germania, la Gran Bretagna, l'Italia, la Svizzera, l'Austria e Cipro.

A beneficiare invece della situazione sono state quelle nazioni che non hanno adottato sanzioni contro la Russia, in particolare il Kazakistan e la Turchia, ma anche l'Azerbaigian, ex repubblica sovietica che mantiene stretti legami con Mosca.

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