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"Allah protegga i palestinesi": il post di Pogba che nasconde la verità su Gaza

Pogba su Instagram posta la foto di alcuni bambini uccisi a Gaza, attribuendo la loro morte all'esercito israeliano. Ma la realtà è ancora tutta da dimostrare.

"Allah protegga i palestinesi": il post di Pogba che nasconde la verità su Gaza

Paul Pogba è tornato a spendersi per la causa di Gaza e della Palestina partendo dal suo profilo Instagram. Il centrocampista della Juventus, campione del mondo con la Francia nel 2018 e ritenuto tra i maggiori talenti della sua generazione, ha ripreso in una storia un post raffigurante i volti di sei dei bambini morti nei recenti combattimenti a Gaza tra l'esercito israeliano e la Jihad Islamica palestinese.

Pogba Gaza
Il post ripreso da Pogba su Instagram che mostra le foto dei bambini uccisi nei combattimenti a Gaza

Durante l'operazione Breaking Dawn, nella scorsa settimana, Israele è intervenuta contro una delle forze che controllano la Striscia di Gaza. I caccia hanno bombardato diversi obiettivi nell'enclave palestinese, uccidendo Tayseer al-Jabari, comandante della Pji nel nord della Striscia. In pochi giorni un cessate il fuoco è stato raggiunto, ma tra i raid dello Stato ebraico e i lanci di missili dalla Striscia, una volta di più, è stata la popolazione civile a essere colpita dal fuoco incrociato.

Il post di Pogba, in tal senso, riporta i volti di sei dei sedici bambini uccisi nei combattimenti postati dall'account "Islam is My Deen", con sede a Londra, accompagnandolo con l'invito "Allah protegga i palestinesi". L'account in questione, nel post originale, aggiunge il fatto che non c'è stata "copertura mediatica" nella diffusione dei nomi e dei volti dei bambini uccisi. I quali, va detto, sono stati però indicati con nome, cognome e immagine in un articolo di Al Jazeera, una delle testate più importanti al mondo, che da tempo segue con attenzione le violenze nella Striscia di Gaza. E anche Nbc News ha dato risalto al drammatico fatto.

pogba
Il post pro Gaza di Pogba

Non è la prima volta che Pogba solidarizza con la causa palestinese, e il fatto di per sé sarebbe comprensibile essendo il giocatore tornato da poco a Torino dal Manchester United un musulmano praticante fedele alle sue radici. Poco più di un anno fa, al termine della partita di Premier League tra Manchester United e Fulham, insieme al compagno Amed Diallo fece un giro di campo a Old Trafford mostrando una bandiera palestinese ricevuta da un tifoso. Il punto problematico del post in questione è il rischio di una strumentalizzazione dei bambini uccisi a Gaza per fini politici.

In primo luogo, il post esce a scontri finiti e accompagnato da un perentorio hashtag #StopTerrorism, a indicare la convergenza tra l'azione militare israeliana e vere e proprie manovre volte a seminare il panico a Gaza in maniera brutale. In secondo luogo, sulla causa delle morti dei bambini trucidati a Gaza c'è ancora grande incertezza. Così come spesso accaduto sul fronte dei combattimenti tra israeliani e palestinesi nell'ultimo ventennio, causa di 4mila vittime di cui un quarto bambini, c'è grande confusione. Chi è il responsabile? L'aviazione israeliana o il confuso fuoco di controbatteria della Jihad Islamica?

L'esercito israeliano a tal proposito ha presentato ciò che dice essere una prova video che mostra che sette persone uccise a Jabaliya sabato notte, inclusi quattro bambini - in quello che i media palestinesi hanno affermato essere un attacco israeliano - sono state in realtà uccise da un missile della Jihad Islamica il cui lancio è fallito e che è atterrato all'interno della Striscia. Chiaramente tutto questo si può inserire nel quadro della propaganda bellica o nel giudizio sul tema, ma ogni evidenza deve essere analizzata ed eventualmente confutata prima di arrivare a giudizi definitivi.

Secondo quanto riferito dal Times of Israel, "l'esercito israeliano crede che la maggior parte dei bambini uccisi a Gaza durante i tre giorni di combattimenti di questo fine settimana siano morti a causa di esplosioni causate da lanci di razzi falliti da parte di agenti terroristi palestinesi e non a causa degli attacchi israeliani. Secondo un rapporto non fornito della domenica sul quotidiano Haaretz, i militari ritengono che la Jihad islamica palestinese sia responsabile di almeno 12 delle 16 morti di bambini segnalate dal ministero della Salute di Hamas a Gaza nei combattimenti".

Infine, si ripropone con post popolarizzati da un'atleta di fama globale come Pogba il mantra dell'utilizzo dei bambini a fini "iconografici" per giustificare messaggi politici. Una pratica diffusasi in forma virale nell'era dei social ma che lascia poco spazio a quello che dovrebbe essere un ragionamento serio sulla natura orribile di ogni guerra e delle sue conseguenze. Il nemico, in ogni raffigurazione, è sempre descritto allo stesso modo: violento, terrorista, uccisore di donne e di bambini. La costruzione del "mostro" attorno al nemico non citato ma lasciato intendere essere tale, in questo caso Israele, parte per Pogba proprio dal volto di bambini di cui si sa solo che sono morti, uccisi in una guerra più grande di loro, senza alcuna possibilità di consolazione per le loro famiglie. Buon senso vorrebbe che si cercasse di costruire, per loro, la strada della ricerca della verità sulle loro morti e, per i bambini di Gaza e di tutte le altre aree in crisi del mondo, un reale sentiero di pace. Un compito decisamente più nobile e utile di quello di utilizzare i volti di chi è stato strappato precocemente alla vita per denunce che durano giusto il tempo di una storia.

Ma che è decisamente troppo complesso per le star dell'attivismo social.

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