Il mondo si è indignato per la distruzione dei templi di Palmira da parte dell'Isis. Ma stando all'archeologo Cheikhmous Ali, dell’Associazione per la protezione dei siti archeologici siriani, anche le forze armate di Assad avrebbero fatto la loro parte. La dura accusa viene rilanciata dal Times: almeno 13 devastanti "barili-bomba" (fusti di petrolio imbottiti di esplosivo e detriti di ferro che nella deflagrazione si trasformano in micidiali scheggie) sono state lanciati lunedi dagli elicotteri del regime di Assad
Gli uomini del Califfato hanno conquistato Palmira ad agosto e come prima azione hanno barbaramente ucciso, decapitandolo, l’archeologo 82enne Khaled Asaad, ex custode della cittadella, perché non aveva voluto rivelare dove erano stati trasportati e nascosti i tesori più preziosi. non trovano pace i resti dell’antica città della regina Zenobia, il cui primo nucleo risale al II millennio A.C.
L'aviazione di Assad avrebbe anche aperto il fuoco con le armi automatiche sul sito archeologico. L'accusa, tutta da verificare, arriva dall'Osservatorio siriano per i diritti umani, che non precisa l'entità dei danni. Il nome per esteso della cittadella di Palmira
è Fajr Edin al Maani II.
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