Il gruppo di lavoro dell'Onu incaricato di dare un parere sulla condizione di Julian Assange, denunciata come "ingiusta detenzione" dalla difesa dell'australiano, ha deciso di riconoscere le ragioni del fondatore di Wikileaks. Lo riferisce la Bbc. Se confermata, questa decisione allontana la prospettiva che Assange lasci l’ambasciata dell’Ecuador a Londra, dove è rifugiato da tre anni, e si consegni alla polizia britannica. Era stato lo stesso Assange ad annunciare di essere pronto a farsi arrestare nel caso in cui l'Onu gli avesse dato torto.
Da giugno 2012 Assange è rifugiato nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra. Nel 2014 ha fatto ricorso di fronte alle Nazioni Unite, presso il Working Group on Arbitrarian detentions (gruppo di lavoro per le detenzioni arbitrarie). Poco fa su Twitter ha fatto sapere di essere pronto a consegnarsi alle autorità se l'Onu avesse respinto il suo ricorso. Dopo aver avuto il sostegno dell'Oni ora Assange pretende "la restituzione immediata del passaporto e lo stop di ulteriori tentativi di arresto".
Lo scandalo Wikileaks
Poco dopo che Wikileaks aveva diffuso, su internet, decine di migliaia di documenti riservati americani, Assange fu arrestato nel 2010 a Londra sulla base di un mandato d'arresto svedese per un'accusa di stupro. L'australiano, che si è sempre detto innocente, temeva che, una volta estradato in Svezia, sarebbe stato poi consegnato agli Stati Uniti. Quando le autorità britanniche hanno dato il via all'estradizione, Assange, che era in libertà su cauzione, si è rifugiato nell'ambasciata di Quito.
Lo stato di salute di Assange
A Quito il ministro dell'Ecuador per le Relazioni esterne Ricardo Patiño mercoledì si è detto "preoccupato" per la salute di Assange e ha detto che l'australiano soffre di problemi di salute per cui deve sottoporsi a controlli medici fuori dall'ambasciata. Il responsabile della diplomazia dell'Ecuador ha insistito sul fatto che aspettano "solo che il Regno Unito possa dare il salvacondotto" affinché Assange possa partire per l'Ecuador.
Dall'altra parte lo stesso Patiño ha detto che non ha alcuna informazione ufficiale sulla decisione del Gruppo di lavoro sulla detenzione arbitraria dell'Onu, che questo venerdì secondo notizie di stampa si pronuncerà sul caso su richiesta degli avvocati di Assange. A questo proposito il ministro ha detto che bisogna superare "due ostacoli": la richiesta di arresto da parte della Svezia e la decisione del Regno Unito di accettare questa richiesta.
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