Accuse incrociate tra Russia e Stati Uniti. Al centro del dibattito c'è il bombardamento in Siria della scorsa settimana. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump in un'intervista al New York Post, punta ancora il dito contro Assad: "Non stiamo andando in Siria - ha detto Trump al New York Post - la nostra politica non è cambiata. La nostra missione è prima di tutto sconfiggere lo Stato islamico. Ma quando vedi bambini soffocare fino alla morte devi colpire e colpire duro". L'attacco, nelle parole di Trump sarebbe stato "un atto di umanità" per colpire un "macellaio". Parole dure che di certo peseranno durante l'incontro tra Rex Tillerson e Sergey Lavrov a Mosca. Da giorni Washington attacca Mosca denunciando una presunta complicità con Assad. E come riposta Repubblica, Washington rincara la dose con un dossier del National security concil in cui gli Usa sostengono che Mosca ha cercato di nascondere le responsabilità di Damasco nell'attacco la scorsa settimana ad Idlib. Putin ha già abbondantemente smentito questa ipotesi subito dopo l'incontro con Mattarella.
Intanto Trump ha messo al fianco di Tillerson John Sullivan, già sottosegretario al Commercio con George W. Bush ed esperto di Iraq. Una mossa per rafforzare il fronte diplomatico che dovrà combattere probabilmente una nuova "guerra fredda" con Mosca. (Clicca qui per leggere il dossier)
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