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Ayahuasca, l'allucinogeno sciamanico che uccide i turisti

Anche le Iene ne hanno parlato con un bel servizio tv. Noi aggiungiamo che c'è una lista impressionante di morti "da ayahuasca" ed un turismo irresponsabile che prospera sfruttando la poca informazione che si ha sui possibili, tragici, effetti di questa droga

Ayahuasca, l'allucinogeno sciamanico che uccide i turisti

Si chiama ayahuasca ed è una bevanda dagli effetti devastanti sulla psiche ma, purtroppo, sembra essere l’ultima moda di molti giovani – europei e statunitensi – alla ricerca di nuove “cure spirituali”.

Negli ultimi anni sono decine le morti causate da questa droga – in Brasile, Perù, Ecuador, Bolivia, Colombia e Venezuela - che, però, in modo irresponsabile, molti siti Internet, forum e addirittura agenzie di turismo, pubblicizzano, anche nel nostro paese, capitale compresa.

C’è il 40enne italiano che dopo avere partecipato al “festival dell’ayahuasca” di Alto Paraíso de Goiás, a circa 250 km dalla capitale Brasilia, poi si getta dal decimo piano perché convinto di sapere volare, ci sono Emiliano e Denis, altri nostri due connazionali di 28 e 29 anni, morti in piena amazzonia peruviana, c’è il britannico accoltellato dall’'amico' canadese in preda ad un raptus, la 18enne californiana convinta di bere un semplice thè, Sophie la francesina da poco maggiorenne che salta da una finestra sfracellandosi al suolo ...

La lista dei turisti morti per ayahuasca è troppo lunga per essere qui riprodotta.

Di certo c’è che questo nuovo turismo ‘mistico’ è fuori da qualsiasi controllo in America latina.

L’ayahuasca che viene offerta dalle 3 alle 5 volte a notte ai giovani turisti occidentali ignari dei rischi, spesso anche per 12 giorni di fila, a 15 euro al bicchiere più le spese di soggiorno, non è un thè sacro come pubblicizzano.

È una potentissima bevanda allucinogena che contiene DMT in quantità, ossia dimetiltriptamina, una sostanza classificata come droga 1, tra gli stupefacenti più pericolosi al mondo.

È illegale negli Stati Uniti, in Francia, Inghilterra, Canada e in Italia, purtroppo è invece legale nei paesi latinoamericani a causa del Santo Daime, un “culto” sciamanico inventato dal brasiliano Raimundo Irineu Serra, detto anche “Mestre” Irineu, nello stato amazzonico dell’Acre nel 1930.

Le persone responsabili che gestiscono questo “turismo border-line” sconsigliano la bevanda a chi assume altre sostanze come litio, prozac, antipsicotici o se si soffre di problemi psichici, perché come dimostrano i tanti casi, le interazioni possono portare alla morte.

Molti, avidi di far soldi, invece, non avvisano neanche i turisti alla ricerca di esperienze sciamaniche “da sballo”.

Il problema è che ormai il business ha la meglio su tutto e, quindi, pur di guadagnare la si somministra a chiunque la voglia.

Tanto che i brasiliani notano la differenza tra i culti dell’ayahuasca riservati a loro e quelli organizzati ad hoc per gli europei. Mentre i primi ballano tutta la notte cantando, i secondi vengono fatti sdraiare in piccole capanne con i materassini già pronti in caso di effetti devastanti.

E a dimostrazione di come questa “moda” stia prendendo piede in Occidente anche tra gli intellettuali, da segnalare la testimonianza della grande scrittrice belga Amélie Nothomb, fattasi filmare come testimonial per un centro mistico, il “Temple of the way of light”, fondato da un gruppo di americani nell’Amazzonia peruviana.

Un soggiorno di 12 giorni lì costa almeno 2000 dollari. Nel video la scrittrice dichiara che “l’ayahuasca non è una droga, io ho provato droghe ma questa non lo è perché ti fa vedere davvero che gli spiriti esistono”.

Per poi aggiungere che il suo problema è sempre stato “quello di essere intelligente sì ma brutta e quando si è brutti inevitabilmente le persone pensano che si è anche cattivi”, problema che dice di aver superato con l’allucinogeno.

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