Guerra in Ucraina

I russi nella periferia di Kiev: inizia la battaglia per la capitale

Da questa mattina sentiti nitidamente colpi di artiglieria alle porte della città, i russi sarebbero attestati a meno di 20 km dal centro storico

I russi nella periferia di Kiev: inizia la battaglia per la capitale

Gli occhi sono oramai puntati su Kiev. Gli abitanti non sentono più soltanto le sirene di allarme aereo che hanno scandito le ultime due giornate, ma anche gli echi di colpi di artiglieria. Segno quindi che una battaglia è oramai in corso alle porte della capitale ucraina.

Cosa sta succedendo a Kiev

La città ha subito in nottata nuove incursioni russe dal cielo. Bombardate postazioni militari e altre zone presidiate dall'esercito. Poco più a nord della periferia, si era già formata una linea del fronte. Combattimenti, nella tarda serata di giovedì, hanno coinvolto l'aeroporto di Hostomel conteso tra russi, aviotrasportati qui nelle prime ore del conflitto, e ucraini. Questi ultimi hanno ripreso lo scalo dopo ore di battaglia. Ma questo ha dato l'idea ai cittadini di Kiev di quanto in profondità sono riusciti a spingersi i russi nel primo giorno di guerra.

La presa di Chernobyl, la centrale del disastro del 1986 posta ad appena 140 km dalla capitale, ha creato maggiori timori ai vertici della Difesa ucraina. Per cui le evoluzioni delle prime ore del mattino non stanno sorprendendo più di tanto. La vera novità forse è rappresentata dalla velocità con cui la situazione sta precipitando.

In pochi forse si aspettavano di udire colpi di artiglieria già oggi. Non c'è certezza su come attualmente sono posizionati gli schieramenti sul campo, ma è palese che l'esercito russo è riuscito ad avvicinarsi. Intorno alle 10:00 sui social sono apparsi video postati da alcuni abitanti chiusi in casa che hanno mostrato carri armati senza insegne aggirarsi in alcuni quartieri di Kiev.

Si trattava, si è affrettato a sottolineare il ministero della Difesa ucraino, di “sabotatori” russi. Gli stessi menzionati in un discorso di ieri sera dal presidente Zelensky, consapevole di presenze russe già stanziate in città. I sabotatori, hanno fatto sapere i vertici ucraini, sono stati “neutralizzati”. Ma è stato ammesso dallo stesso esercito ucraino che oramai i russi stanno avanzando verso Kiev da nord e nord est.

A piazza Maidan non si notano cittadini per strada, il traffico è quasi sparito. Tutti stanno a casa oppure rifugiati nei bunker. Attorno ai quartieri governativi sono stati uditi colpi di arma da fuoco, ma nessuno è stato in grado di stabilirne la provenienza. Nelle strade che portano al centro comunque, i soldati ucraini stanno alzando barricate.

Testimonianze dirette confermano una situazione oramai da scenario bellico. Masha, una cooperante dell'associazione AiBi, sentita dall'Ansa ha parlato di blindati per strada e posti di blocco ovunque. "Impossibile fuggire dalla città - ha dichiarato - è anche finita la benzina". Nella sua testimonaizna, Masha ha paralto anche di soldati russi presidiare le strade di alcuni quartieri di Kiev.

Zelensky ai russi: “Disposto a trattare”

Con la capitale esposta al fuoco russo, sui siti ucraini è rimbalzata la notizia secondo cui il presidente Zelensky sarebbe pronto a trattare anche sulla neutralità dell'Ucraina. “Non abbiamo paura della Russia, non abbiamo paura di parlare con la Russia – si legge in una nota attribuita al capo dello Stato – non abbiamo paura di parlare di tutto: garanzie di sicurezza per il nostro Paese e uno status neutrale. Ma ora non siamo nella Nato: quali garanzie di sicurezza avremo? Quali paesi ce ne daranno?”. Difficile capire quale valenza politica queste dichiarazioni, se confermate, potranno avere.

Draghi: "Zelensky nascosto da qualche parte a Kiev, non riusciamo a contattarlo"

Sulla situazione a Kiev è intervenuto questa mattina anche il presidente del consiglio italiano Mario Draghi, il quale ha fatto presente le attuali difficoltà logistiche nel parlare con il presidente ucraino. "Ieri al Consiglio europeo ha preso parte anche il presidente Zelensky - ha riferito Draghi - è stato un momento davverto drammatico, è nascosto in qualche parte di Kiev e ha detto che lui e l'Ucraina non hanno più tempo e che lui e la sua famiglia sono l'obiettvo. Un momento drammatico".

"Oggi, stamattina - ha poi proseguito Draghi - mi ha cercato, abbiamo fissato un appuntamento telefonico per le 9,30 ma non è stato poi psosibile fare la telefonata perchè il presidnete Zelensky non era più disponibile".

Russi in avanzata anche a sud

Nel frattempo sono arrivate notizie anche da altri fronti. Nella parte meridionale del Paese l'esercito russo sta continuando ad avanzare. Già ieri del resto Mosca aveva qui trovato terreno più fertile per le proprie sortite militari. Dopo la conquista annunciata giovedì mattina di Nova Kachakova, cittadina sul fiume Dnepr poco a nord della Crimea, nelle scorse ore è stato ufficializzato l'arrivo dei russi nella città di Melitopol. Si tratta di una conquista importante sotto il profilo strategico. La località infatti si trova a metà strada tra il confine con la Crimea e Mariupol, la città portuale affacciata sul Mare d'Azov e a pochi passi dalla linea di contatto con la repubblica separatista di Donetsk.

Ucraini bersagliano Rostov e Belgorod

L'Ucraina sta provando a rispondere mettendo sotto pressione i russi nel proprio territorio. Alle prime luci dell'alba alcuni missili sparati dall'esercito ucraino hanno centrato un aeroporto militare non lontano dal centro di Rostov, una delle città russe più importanti a ridosso del confine con il Donbass. A riferirlo sono stati media locali, i quali hanno parlato anche di feriti.

Non lontano dal confine nord invece, altri ordigni sparati dal territorio ucraino hanno centrato sette edifici residenziali nella città di Belgorod.

Anche qui si segnalo feriti.

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