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Bennett perde la maggioranza. Israele rischia un altro voto anticipato

Il premier ha perso un seggio con la fuoriuscita dalla coalizione della deputata del suo stesso partito Idit Silman

Bennett perde la maggioranza. Israele rischia un nuovo voto anticipato

Naftali Bennett, a poco meno di un anno dal suo insediamento come primo ministro d'Israele, rischia di vedersi già soffiato lo scettro. Il motivo risiede nel fatto che un membro autorevole del suo stesso partito, Idit Silman, ha annunciato l'uscita dalla maggioranza.

La coalizione di governo fino ad oggi si è retta con il sostegno di 61 deputati su 120. Ossia un voto in più rispetto alla metà esatta dei seggi alla Knessett, il parlamento israeliano. Con l'uscita di scena della parlamentare Silman, adesso di fatto a livello numerico la maggioranza non c'è più.

Il motivo dell'abbandono di Idit Silman

Idit Silman è una deputata di spicco del partito Yamina, formazione della destra secolare che attinge molto dall'elettorato dei coloni della Cisgiordania. Una destra non religiosa ma comunque con una visione conservatrice. Tanto è vero che all'origine della fuoriuscita della Silman c'è una questione di carattere prettamente religioso.

In particolare, la deputata non ha condiviso la scelta di non introdurre una legge volta a far rispettare la kasherut pasquale ebraica negli ospedali pubblici. Nella Pasqua ebraica è infatti vietato mangiare ogni sorta di cibo lievitato. Alcuni anni fa delle guardia armate giravano per gli ospedali nel periodo pasquale per sequestrare il pane trovato all'interno delle strutture.

Una misura sacrosanta per i conservatori e gli ebrei ortodossi, una “follia” invece per un'alta percentuale di cittadini e per i più laici. Il governo di Bennett è formato anche da forze di sinistra e dunque la coalizione ha deciso di non prevedere l'obbligo del rispetto del rito religioso all'interno degli ospedali pubblici.

Una scelta critica da Idit Silman e che ha portato al suo allontanamento dalla coalizione. Ma alla base del gesto forse c'è anche dell'altro. Non è un caso che, nello sbattere la porta al governo Bennett, la Silman ha dichiarato di aspettarsi adesso un “vero governo di destra”. Forse preludio alla formazione di un nuovo esecutivo, magari con dentro anche la destra moderata del Likud dell'ex premier Netanyahu, non a caso il primo a complimentarsi con lei.

Lo spettro di nuove elezioni

Il rischio concreto per il Paese è quello di tornare al voto. L'attuale coalizione guidata da Bennett è stata unificata non tanto sui programmi elettorali quanto sulla volontà di estromettere Netanyahu dalla guida del governo. Una coalizione composta da otto partiti, ciascuno dei quali con orientamenti diversi.

Bennett ha avviato delle consultazioni per vedere cosa poter tirare fuori e in che modo salvare il governo. Ma molti analisti israeliani hanno già iniziato a scommettere sulla fine anticipata della legislatura. E, di conseguenza, con la proclamazione di un nuovo voto.

Sarebbe il quinto in tre anni.

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