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Bolsonaro nomina alla Corte suprema il giudice che condannò Lula

La nomina di Moro a giudice della Corte suprema è stata subito condannata dall’opposizione socialista, in quanto l’ex magistrato sarebbe un “uomo di fiducia” di Bolsonaro

Bolsonaro nomina alla Corte suprema il giudice che condannò Lula

Il presidente brasiliano Jair Bolsonaro ha ultimamente annunciato la nomina di Sergio Moro, magistrato anticorruzione che nel 2017 condannò a nove anni e mezzo di carcere l’ex presidente socialista Lula, a membro della Corte suprema federale.

In una recente intervista a Radio Bandeirantes, il Capo dello Stato verde-oro ha presentato la designazione di Moro, che attualmente è ministro della Giustizia nell’esecutivo nazionale, come una decisione intesa a “ripristinare la moralità” nelle istituzioni giudiziarie nazionali, inclini finora, a detta di Bolsonaro, a “trattare con indulgenza” i politici imputati per malversazione. Attraverso la nomina dell’ex giudice del tribunale di Curitiba, il leader conservatore intende inoltre “ricompensare” quest’ultimo per i “servizi resi alla patria”, ossia per avere condotto, a partire dal 2014, la più grande inchiesta anticorruzione nella storia del Paese, l’Operação Lava Jato.

Il presidente ha poi precisato che il mandato di Moro come membro della Corte suprema inizierà ufficialmente in coincidenza con l’avvio della prossima sessione di lavoro dell’istituzione, previsto per la fine di maggio. L’entrata in carica del nuovo componente dell’organo giudiziario deve essere però, in base alla Costituzione nazionale, autorizzata preliminarmente dal Senato, ma Bolsonaro ha subito qualificato come “scontato” l’ok della Camera alta alla designazione dell’ex giudice di Curitiba.

Il promotore dell’Operação Lava Jato non ha, per il momento, rilasciato dichiarazioni sulla decisione del Capo dello Stato e sul proprio futuro nelle istituzioni federali. L’annuncio del leader nazionalista ha invece immediatamente suscitato l’indignazione dei compagni di partito dell’ex presidente Lula. I socialisti del Partito dei Lavoratori, che avevano finora accusato Moro di avere condotto inchieste politicizzate celate dietro l’apparenza di operazioni anticorruzione, hanno infatti biasimato Bolsonaro per volere attentare all’indipendenza della Corte suprema.

Paulo Pimenta, capogruppo alla Camera dei deputati per la formazione politica di sinistra, ha accusato il Capo dello Stato di volere infiltrare il massimo organo giudiziario brasiliano con un suo “uomo di fiducia”, in quanto l’ex magistrato di Curitiba, a detta del parlamentare socialista, sarebbe “prono alle direttive di Bolsonaro”.

L’ingresso di Moro nel supremo tribunale brasiliano coinciderà quindi, sempre ad avviso di Pimenta, con l’avvio di “nuove inchieste e nuove ondate di arresti” ai danni dell’establishment del Partito dei Lavoratori.

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