La Chiesa cattolica brasiliana ha in questi giorni introdotto una “stretta antipedofilia”. Negli ultimi anni, l’istituzione religiosa del Paese sudamericano è stata costretta a pagare, quale risarcimento per le vittime degli abusi perpetrati da sacerdoti, oltre “due milioni e mezzo di dollari”.
Al fine di scongiurare il ripetersi di episodi suscettibili di intaccare l’immagine della Chiesa, la Conferenza episcopale brasiliana ha introdotto misure “drastiche”. Tra queste vi è il “divieto” per i sacerdoti di “stare in compagnia di bambini”, propugnato da Manoel Delson Pedreira da Cruz, vescovo dello Stato nordorientale di Paraiba. In base alle nuove disposizioni varate dai vertici diocesani, i parroci del Paese non potranno infatti intrattenersi, all’interno di edifici o istituti religiosi, né con “minori non accompagnati dai genitori” né con “adulti affetti da disagi psicologici”. Sempre in base alla recente regolamentazione, il sacramento della remissione dei peccati amministrato nei confronti di minorenni dovrà avere luogo esclusivamente in “confessionali ben visibili dall’esterno”.
Le prescrizioni in questione sono state presentate da Leonardo Ulrich Steiner, segretario generale della Conferenza episcopale brasiliana, come “indifferibili”, in quanto la piaga della pedofilia negli ambienti ecclesiastici avrebbe ormai superato il “livello di guardia”. Egli ha quindi descritto le nuove disposizioni come espressione della “linea dura” promossa negli ultimi mesi da Papa Francesco nel quadro del contrasto agli abusi su minori imputati a sacerdoti.
Il pontefice ha infatti di recente più volte denunciato il “fallimento” della Santa
Sede sul fronte della prevenzione delle molestie ai danni di bambini, promettendo contestualmente “tolleranza zero” contro l’avanzare del “flagello della pedofilia” nel “ventre della Santa Madre Chiesa”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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