Brexit

Brexit, Juncker ora minaccia: "Non è divorzio consensuale"

Bruxelles al lavoro per rendere il più doloroso possibile il divorzio di Londra. Punta così a dissuadere altri paesi a lasciare l'Ue

Brexit, Juncker ora minaccia: "Non è divorzio consensuale"

"Il divorzio tra l'Unione europea e la Gran Bretagna non sarà consensuale". All'indomani del clamoroso esito del referendum, che ha aperto le porte alla Brexit, il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ribadisce che Londra deve presentare "immediatamente" la richiesta di avvio dei negoziati per uscire dall'Unione. Una presa di posizione netta che rischia di acuire lo scontro. Intanto, però, anche Londra non sta a guardare. Jonathan Hill, commissario europeo britannico con delega ai Servizi finanziari, ha annunciato le dimissioni dall'esecutivo di Bruxelles.

A Bruxelles sono al lavoro pèer contenere i danni. Se da una parte chiedono un'uscita immediata del Regno Unito dall'Unione europea, dall'altra mettono a punto quelle misure di flessibilità necessaria a non perdere per strada altri Stati membri. I precedenti non sono favorevole. Ogni qualvolta l'Ue si è trovata nei guai, non è stata in grado d reagire con fermezza. Lo ha dimostrato ai tempi della crisi economica generata dai mutui subprime. Non ha fatto meglio quando si è trovata a gestire il default greco o l'emergenza immigrazione. Tutte le volte ha dimostrato di non essere all'altezza della situazione. Incapace persino a difenderci dall'assalto del terrorismo islamico, Bruxelles rischia un nuovo flop nel gestire la Brexit.

Come al solito, a Bruxelles, sta per iniziare una girandola di incontri e consultazioni. Come anticipa Repubblica, è già pronta una bozza di documento che parla di una "Unione più flessibile". Lunedì la cancelliera tedesca Angela Merkel ospiterà a Berlino Francois Hollande e Matteo Renzi che ieri si sono ripetutamente parlati per telefono. Il solito, inutile teatrino è, insomma, già iniziato. D'altra parte c'è tempo per fare tutto. "Non c'è bisogno di invocare l'articolo 50 dei Trattati - mette in chiaro Boris Johnson, possibile prossimo inquilino di Downing Street - non c'è nessuna fretta, niente cambierà nel breve periodo". Londra intende, infatti, usare il diritto esclusivo di avviare la procedura di recessione in modo da fare pressione su Bruxelles e intavolare negoziati informali in cui ottenere il massimo delle garanzie per il dopo Brexit. "Deve essere chiaro a tutti che il processo di incertezza in cui siamo entrati non deve durare troppo a lungo - avverte Juncker - bisogna accelerare le cose".

Dopo lo strappo dagi inglesi, i toni di Bruxelles non sono più concilianti. "Non capisco perchè il governo britannico abbia bisogno di aspettare fino a ottobre per decidere se inviare o meno la lettera di divorzio a Bruxelles - ha detto Juncker in una intervista alla tv tedesca Ard - vorrei riceverla subito". Il presidente della Commissione Ue ha ammesso che quella tra Londra e Bruxelles "non è stata una relazione amorosa", ha riconosciuto che comunque quello della Brexit "non è stato un buon giorno per la Gran Bretagna né per l'Europa", ma, ha assicurato, "dobbiamo andare avanti". Un documento, pubblicato dal giornale tedesco Handelsblatt e attribuito all'entourage del ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble, invita a "non estendere alla Gran Bretagna il mercato unico, ma solo un'unione doganale sulla base di un accordo di associazione come quello con la Turchia". Il Parlamento europeo ha, invece, chiesto a Juncker di togliere al commissario britannico Jonathan Hill il portafoglio dei mercati finanziari.

"La tentazione di rendere il più doloroso possibile il divorzio di Londra - si legge su Reopubblica - si alimenta anche nella speranza di dissuadere altri paesi dal seguirne l'esempio".

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