Questa ragazza ha scelto di morire l'1 novembre

Brittany ha un cancro incurabile. E ha annunciato la data in cui ha scelto di morire

Questa ragazza ha scelto di morire l'1 novembre

Morirà il primo di novembre in Oregon, dov'è consentito decidere quando farla finita. Morirà prima che il tumore al cervello che è tornato a bussarle addosso le prema le tempie, le strappi i ricordi, le parole, le mosse. Prima che le prosciughi ogni cosa e le infligga orrendi dolori. Morirà dopo che suo marito Dan, il 30 ottobre, avrà «festeggiato» il suo compleanno. Morirà prima che la sua famiglia si inginocchi a singhiozzi, come un chiodo picchiato storto, mentre assiste alla sua inevitabile, indecorosa fine. Senza speranza. Sei mesi: è quanto può restare qui, secondo i dottori. E ancora meno senza se stessa ma con un calvario certo davanti. E allora no. Tanto vale prepararsi al congedo, scegliere le ultime parole per salutare la mamma, l'ultimo bacio per strapparsi via da Dan, l'abbraccio giusto per salutare se stessa, che brucia e scarnifica.

E ancora l'ultimo abito per l'ultima «festa» dell'uomo che le ha messo una fede al dito e l'ha scelta per sempre, per sempre... Non ci sarò più Dan, resta in pace e da solo. Un mese scarso per mettere in ordine ogni cosa come si può, perché non c'è mai nulla a posto quando si sta per partire per sempre. E come ci si veste poi, per non tornare? «Io non voglio morire, ma sto morendo, e voglio farlo alle mie condizioni, con dignità». Si chiama Brittany Maynard, è californiana, ha ventinove anni e non esiste nulla in grado di salvarle la vita. Perciò questo è l'unico modo che ha trovato per «salvarsi» da sola: salutarsi in tempo. Primo di novembre, fine. «Non voglio dire a nessuno di fare la mia stessa scelta». Però lei intanto ha scelto. Non lo sappiamo come saluterà tutti quanti, ma per allora avrà trovato il modo di farlo.

Di congedarsi da tutti e da Brittany. Nell'arco di sei mesi, con le cure prescritte dai medici, le sue capacità intellettive, decadrebbero inesorabilmente. Allora la sua domanda è: «Chi ha il diritto di decidere per me, e decidere che merito di soffrire enormemente per settimane o per mesi?». Grazie a una legge del 1997, infatti, nello stato dell'Oregon (e in altri, a dire il vero), i malati terminali hanno la facoltà di porre fine alla loro sofferenze. Da quando è entrata in vigore la norma, 1173 persone hanno ottenuto la prescrizione per i farmaci, ma poi solo 752 li hanno utilizzati per morire. Brittany ha fissato la data. Come per un compleanno, o una festa, o per un matrimonio.

Solo che non inizierà nulla e al contrario, saluterà tutto. «La mia famiglia ha dovuto affrontare enormi cambiamenti e sacrifici per permettermi di porre fine alla mia vita con dignità». Già. anche questo: i risparmi messi da parte... per far finire la vita di una figlia.

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