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"Cécilia pagata per un finto incarico parlamentare". Nuova grana per Sarkozy

Lo staff di Sarkozy ha reagito allo scandalo negando che Cécilia abbia svolto alcun incarico fittizio, ribadendo la regolarità del lavoro da lei svolto

"Cécilia pagata per un finto incarico parlamentare". Nuova grana per Sarkozy

Una nuova grana è appena esplosa in Francia ai danni di Nicolas Sarkozy, a causa di un incarico di assistente parlamentare “fittizio ma ben pagato” assegnato alla sua ex moglie Cécilia Attias. L’ex seconda consorte dell’esponente gollista, separatasi da lui nel 2007, avrebbe infatti beneficiato di un incarico parlamentare, all’epoca in cui Sarkozy era ministro dell’Interno, che lei avrebbe svolto esclusivamente sulla carta, venendo però ricompensata con oltre 3mila euro al mese per tale suo “lavoro” Quest’ennesima bufera mediatica va ad aggiungersi alle inchieste giudiziarie in corso ai danni dell’ex presidente transalpino, alla sbarra con l’accusa di corruzione. Nel dettaglio, l’ex capo di Stato, in carica dal 2007 al 2012, è finito al centro di diversi filoni di indagine per alcuni presunti finanziamenti ricevuti da Muammar Gheddafi. A dicembre, Sarkozy è stato quindi condannato a quattro mesi di reclusione per i reati di corruzione e traffico di influenze.

A portare alla luce l’incarico fasullo e i soldi pubblici di cui avrebbe immotivatamente beneficiato Cécilia Attias, nonché a lanciare l’ennesima campagna mediatica contro il politico conservatore, è stato il settimanale satirico parigino Le Canard Enchainé. In base alle accuse dell’organo di stampa, vi sarebbero documenti attestanti l’assunzione di Cécilia come assistente parlamentare part-time nel momento in cui l’allora marito Sarkozy diveniva ministro dell’Interno. I fatti risalgono al 2002, quando appunto l’esponente gollista veniva nominato al vertice del ministero citato nel quadro dell’allora esecutivo di Jacques Chirac. In seguito alla nomina ministeriale del marito, la Attias, riportano le carte citate dal settimanale, veniva assunta come collaboratrice a tempo parziale della deputata Joëlle Ceccaldi-Raynaud, che aveva appena sostituito Sarkozy come rappresentante parlamentare del collegio di Puteaux, nel dipartimento di Hauts-de-Seine.

L’incarico assegnato a Cécilia, a detta della testata parigina, sarebbe stato però completamente fittizio, dato che non esisterebbero prove del fatto che lei abbia concretamente “lavorato” nel quadro dell’incarico parlamentare part-time affidatole. La donna avrebbe però percepito, per quelle sue prestazioni esistenti solo sulla carta, un compenso di 3,100 euro mensili, tutti soldi pubblici. Le Canard Enchainé sostiene inoltre che la vicenda dell’incarico parlamentare fittizio di cui avrebbe beneficiato Cécilia all’epoca in cui Sarkozy era ministro sarebbe stata finora sempre tenuta nascosta dalle biografie ufficiali dell’ex moglie del politico gollista e che, in tutti questi anni, non sarebbe stato pubblicato neanche un articolo di giornale sulla medesima grana.

Dopo l’inchiesta del settimanale satirico, lo staff di Sarkozy ha reagito a quanto affermato dal primo precisando che, nel 2002, l’allora moglie di Sarkozy sarebbe stata sì assunta come assistente parlamentare della deputata Joëlle Ceccaldi-Raynaud, ma l’incarico incriminato non sarebbe stato affatto fittizio. Lo staff dell’ex capo di Stato ha quindi diffuso un comunicato alle emittenti francesi puntualizzando: “Il contributo professionale fornito da Cécilia Sarkozy, dal 1988 al 2007, alla carriera politica di Nicolas Sarkozy è noto a tutti ed è stato anche oggetto di numerosi articoli di stampa. Lei ha svolto pienamente i suoi incarichi al servizio della comunità di Neuilly-sur-Seine (quando Sarkozy era lì sindaco) e si è spesa ancora di più per gli interessi del collegio di Hauts-de-Seine all’epoca in cui il marito era rappresentante parlamentare di quest’ultima circoscrizione”. I collaboratori dell’ex inquilino dell’Eliseo hanno infine precisato che l’incarico parlamentare part-time di Cécilia, oggetto dell’inchiesta di Le Canard Enchainé, avrebbe avuto una durata di nove mesi, dal luglio del 2002 al marzo del 2003, e, nello svolgimento del medesimo incarico, la donna avrebbe appunto profuso il massimo impegno.

A difesa dell’ex moglie di Sarkozy è sceso in campo anche Rémi-Pierre Drai, avvocato di Joëlle Ceccaldi-Raynaud, ossia della deputata per cui Cécilia avrebbe fittiziamente lavorato. Drai ha ribadito la regolarità dell’assunzione dell’allora consorte del ministro dell’Interno di Parigi, aggiungendo che non vi sarebbero prove del fatto che Cécilia non abbia “fatto nulla” nello svolgimento della sua collaborazione con la Ceccaldi-Raynaud. Il legale ha inoltre evidenziato che eventuali irregolarità inerenti all’assegnazione e allo svolgimento dell’incarico incriminato non potrebbero ad oggi venire perseguite penalmente, dato che sono ormai trascorsi più di sei anni dal momento della commissione dell’ipotetico reato. Anche Guillaume Peltier, esponente di spicco del partito gollista Les Républicains, fondato proprio da Sarkozy, ha preso posizione contro la tesi accusatoria sostenuta dal settimanale satirico, mettendo contestualmente in luce i risultati prodotti dall’attività di governo dell’ex inquilino dell’Eliseo e tuonando contro la “tirannia del pettegolezzo”.

In Francia, dopo l’esplosione dello scandalo dell’incarico fittizio pagato a Cécilia con soldi pubblici, molti hanno immediatamente sottolineato le analogie tra lo scandalo scoppiato ai danni della famiglia Sarkozy e quello, sempre causato da un’inchiesta de Le Canard Enchainé, che ha travolto François Fillon, primo ministro all’epoca della presidenza dell’esponente gollista. L’inchiesta giornalistica ai danni di Fillon aveva infatti accusato quest’ultimo di avere pagato con soldi pubblici sua moglie e due dei loro figli per dei “fasulli” incarichi da assistenti parlamentari da loro formalmente ricoperti.

L’ex primo ministro avrebbe speso fino a un milione di euro per retribuire moglie e figli per quei lavori fittizi, venendo di conseguenza condannato in primo grado, a giugno, a cinque anni di carcere, mentre la consorte se ne è visti infliggere tre.

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