A molti il nome di Nafissatou Diallo non dirà niente. Se vi diciamo che la donna, un tempo cameriera, ora ha aperto un ristorante a New York, la cosa vi dirà ancora poco. Cambia tutto se aggiungiamo che lavorava al Sofitel, un hotel di lusso di Manatthan, finito in prima pagina su tutti i giornali del mondo nel maggio 2011, quando l'allora direttore del Fondo monetario internazionale, Dominique Strauss-Kahn (Dsk), rimase coinvolto in uno scandalo sessuale. Il primo e più clamoroso, che gli costò il posto all'Fmi e l'umiliazione del carcere (con l'accusa di violenza sessuale), oltre alla gogna mediatica per la sua vita, diciamo così, ultralibertina.
Mentre Strauss-Kahn deve affrontare un nuovo processo, in Francia, con l'accusa di sfruttamento della prostituzione, la donna che lo accusò si è rifatta una vita: ha aperto un ristorante nel Bronx, a New York. "Questo ristorante è la mia nuova vita", ha detto al quotidiano francese Le Parisien. Il locale, aperto nel maggio scorso, si trova non lontano dall'appartamento in cui viveva nel 2011, si chiama "Chez Amina". Nel menù, come riporta La Stampa, sono proposte specialità africane (con riso e pesce) ma anche gli immancabili hamburger, le super bistecche con patatine e i piatti più amati dagli americani. La clientela è variegata: soprattutto chi vive nel quartiere ma anche persone che passano di lì per caso e si fermano per un pranzo veloce. La Diallo fa un po' di tutto: cucina, sta alla cassa e, quando occorre, serve pure ai tavoli.
Il processo penale a carico di Dsk si era concluso con un nulla di fatto per il politico francese: lei aveva ritirato l'accusa e lui era stato assolto. La donna aveva poi fatto una causa civile, risoltasi con un accordo extragiudiziale. Nessuno ha mai saputo quali fossero i termini dell'accordo: quanti soldi abbia avuto la donna da Strauss-Khan e quali impegni abbia assunto (ad esempio quello di non raccontare dettagli sulla storia per libri, interviste). Resta il fatto che la donna non parla molto coi giornalisti. Ora ha una nuova vita e non vuole più pensare a quel maggio del 2011.
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