Poteva accadere a chiunque: «Anche a noi», confida il dirigente di un'importante compagnia aerea europea. L'aereo colpito era della compagnia Malaysia Airlines, ma lì, per quella stessa rotta in cui il Boeing 777 partito da Amsterdam e diretto a Kuala Lumpur è stato abbattuto, passavano fino a giovedì sera «350 voli». A dichiararlo è Eurocontrol, agenzia internazionale del controllo del traffico aereo a cui aderiscono 39 Paesi europei, ora più che mai al cento delle polemiche perché, fino appunto a giovedì sera, sull'est Ucraina non era stato imposto un divieto di sorvolo. Solo indicazioni. Come quelle della Iata, altro ente mondiale del traffico aereo, l'organizzazione mondiale delle compagnie aeree, che però non ha poteri di veto sulle rotte. La Iata da inizio aprile avvertiva che non era consigliabile il sorvolo della Crimea al di sotto degli 8mila metri di altezza. L'Ucraina aveva vietato i sorvoli a quella quota dall'8 luglio. Il Boeing della Malaysia stava viaggiando in realtà a 10mila metri. E il piano di volo era stato autorizzato da Eurocontrol, sottolinea il governo malese, aprendo la battaglia. C'è però un particolare rivelato dal New York Times: proprio giovedì, la Russia aveva chiuso quattro rotte al confine con l'Ucraina, tra le quali quella percorsa dall'MH17. Quel che è certo è che da ieri mattina molte compagnie hanno cambiato i loro piani. Ora il divieto al sorvolo di Eurocontrol è ufficiale. Quindi si punterà verso sud, in direzione della Turchia, lontani dalla porzione di cielo dannato.
Alitalia ribadisce che il canale ucraino non è mai stato battuto negli ultimi tempi. Per il Giappone, per esempio, si è sempre preferita la rotta polare, che punta decisamente verso nord per poi piegare a est. Dal quartier generale di British Airlines ci rispondono che fino a oggi la compagnia aveva un unico volo che lambiva quella zona, lo Heathrow-Kiev: «Stiamo rivedendo i nostri servizi». Ma Kiev, si sottolinea, «si trova a parecchi chilometri di distanza dal luogo dell'incidente. La sicurezza dei nostri clienti per noi è una priorità».
Tutte le compagnie rispondono in modo prudente: il bersaglio è stato uno, ma la paura è di tutti. Klm-Air France sta rivedendo una serie di voli con il rispetto del divieto assoluto. «Spetta alle autorità di controllo - segnala comunque il gruppo franco-olandese al Giornale - decidere l'apertura o la chiusura dello spazio aereo». I costi aggiuntivi che comporterà una variazione della rotta per ora non sono calcolabili: «Ora - dichiara ancora Klm-Air France - i nostri pensieri vanno ai familiari e agli amici dei passeggeri e dellequipaggio che era a bordo del volo».
Quel 75% di compagnie (15 asiatiche) che Eurocontrol dichiara essere passate in queste ultime settimane dalla rotta dell'Ucraina orientale lo hanno fatto, insomma, perché autorizzate, o comunque non diffidate dal farlo, ribadiscono all'unanimità tutti i diretti interessati. La polemica è solo all'inizio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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