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"La comunità internazionale fermi l'Armenia"

Riceviamo e pubblichiamo l'intervento dell'ambasciatore della Repubblica dell'Azerbaigian in Italia, Mammad Ahmadzada

"La comunità internazionale fermi l'Armenia"

Continuano i crimini di guerra dell'Armenia contro l'Azerbaigian. Oggi, tre civili azerbaigiani, tra cui due giornalisti, sono stati uccisi da una mina anticarro, durante un reportage nel distretto di Kalbajar: Siraj Abishov, nato nel 1989, operatore della televisione statale dell’Azerbaigian AzTV, e Maharram Ibrahimov, nato nel 1982, dipendente dell'agenzia di stampa statale AzerTac, e un funzionario del potere esecutivo di Kalbajar, Arif Aliyev. Nell'incidente sono anche rimasti feriti 4 civili.

Giornlisti morti

Pochi giorni fa, il Ministero degli Affari Esteri dell’Azerbaigian ha dichiarato che il 27 maggio un distaccamento di due gruppi di ricognizione e sabotaggio delle forze armate dell’Armenia era entrato nel territorio dell’Azerbaigian in direzione del villaggio di Yukhari Ayrim del distretto di Kalbajar al confine tra l’Azerbaigian e l’Armenia. I membri dei due gruppi hanno cercato di svolgere operazioni di ricognizione e sabotaggio e attività terroristiche sovversive finalizzate a piantare mine sulle strade. Il Ministero degli Affari Esteri dell’Azerbaigian ha anche sottolineato che, mentre l'Azerbaigian già soffre per le mine antiuomo piantate dall'Armenia nel corso degli anni, ulteriori tentativi di sabotaggio da parte dell’Armenia sul territorio dell'Azerbaigian potrebbero rappresentare una seria minaccia in futuro per la vita dei militari e dei civili azerbaigiani.

Coloro che restano indifferenti agli avvertimenti della parte azerbaigiana e vogliono credere nella disinformazione condotta dall'Armenia contro l'Azerbaigian, dovrebbero trarre conclusioni da quanto accaduto oggi.

Giornlisti morti

Dopo la fine della seconda guerra del Karabakh, ovvero dalla firma della Dichiarazione tripartita il 10 novembre 2020, nei territori liberati più di 120 persone, in maggioranza civili, sono state uccise o ferite da vari tipi di mine e altri ordigni esplosivi piantati dall'Armenia durante l’occupazione. Sebbene da quando è stata firmata la dichiarazione, siano state bonificate più di 35.000 mine in un'area di circa 100 milioni di metri quadrati dei territori liberati, il numero delle vittime degli ordigni continua a salire. Nonostante i ripetuti richiami a fornire le mappe delle aree minate, l'Armenia continua a rifiutarsi.

Oggi l'Azerbaigian ha inviato una seconda denuncia interstatale alla Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU), in merito al rifiuto dell'Armenia di fornire mappe pertinenti sull'ubicazione delle mine antiuomo nei territori liberati. La prima denuncia è stata inviata il 16 gennaio di quest'anno.

Allo stesso tempo, nel febbraio 2021, il ministro degli affari esteri dell'Azerbaigian Jeyhun Bayramov ha fatto appello al segretario generale delle Nazioni Unite per sostenere gli appelli all'Armenia a fornire informazioni sulle aree minate. Contemporaneamente, l'Azerbaigian ha pronunciato discorsi e dichiarazioni sulla questione a livello di vari ufficiali e singoli esperti.

L'impianto deliberato e su larga scala di mine antiuomo da parte dell'Armenia nei territori dell'Azerbaigian è in grave violazione del diritto internazionale umanitario, comprese le Convenzioni di Ginevra del 1949. Il rifiuto dell'Armenia di fornire le mappe delle aree minate e altre informazioni necessarie che potrebbero aiutare gli sforzi dell'Azerbaigian per salvare vite umane viola gravemente i diritti della popolazione dell’Azerbaigian derivanti dagli articoli 2 e 8 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, dall'articolo 1 del protocollo n. 1 e dagli articoli 2 (1) e 3 (2) del protocollo n. 4 della Convinzione stessa.

L'Armenia, non fornendo le mappe delle aree minate, innanzitutto, minaccia la pace. In secondo luogo, questo atteggiamento, in contraddizione con tutte le leggi e i principi internazionali, viene considerato un crimine di guerra, perché la parte armena mira a uccidere più persone. Inoltre, con questa politica l’Armenia ostacola gli sforzi dell’Azerbaigain di far tornare le famiglie sfollate con la forza a causa dell'occupazione da parte dell’Armenia nelle prorie terre e ritarda i lavori di ripristino e ristrutturazione dei territori liberati.

Gli eventi di oggi mostrano ancora una volta che l’Armenia non è interessata alla pace.

Ma è ancora più grave che non ci sia nessuna seria pressione sull'Armenia. Quanti civili azerbaigiani innocenti devono perdere la vita affinché il mondo ponga fine a questo silenzio? Per quanto tempo perdurerà l’indifferenza verso la distruzione, la devastazione e il saccheggio senza precedenti dei territori dell’Azerbaigian, causati dall’Armenia durante i 30 anni di occupazione, senza cura per il destino di oltre 1 milione di rifugiati e sfollati interni azerbaigiani, che non possono ancora tornare nelle loro terre, e per il sangue di così numerosi civili azerbaigiani innocenti?

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