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Boston, condannato a morte l'attentatore della maratona

Pena capitale per il 21enne Dzhokhar Tsarnaev dopo quattordici ore di camera di consiglio

Boston, condannato a morte l'attentatore della maratona

Per arrivare a una sentenza ci sono volute quattordici ore di camera di consiglio. I giudici ne sono usciti con un verdetto di colpevolezza, come era inevitabile, e una sentenza di condanna a morte per Dzhokhar Tsarnaev, il 21enne che fu uno dei due attentatori della maratona di Boston.

Colpevole di tutti i 30 capi di accusa che gli erano imputati, Tsarnaev uccise in quei giorni - era l'aprile 2013 - tre persone, servendosi di ordigni improvvisati, piazzati sulla linea del traguardo della corsa cittadina, e ne ferì altri 260, in un attentato che si concluse solo dopo una lunga caccia all'uomo.

A poco è servita la tesi della difesa, che puntava a mettere in primo piano l'influenza del fratello maggiore di Dzhokhar, Tamerlan Tsarnaev, che rimase ucciso dalla polizia nella fuga. Al momento dell'attentato il più grande dei due, originari della Cecenia, aveva 26 anni, il minore solo 19.

Per arrivare a una pena di morte serviva l'unanimità della corte. Un percorso che ha richiesto tre giorni perché i dodici membri decidessero che diciassette dei capi d'accusa erano passibili di pena capitale. Tsarnaev dovrebbe essere ucciso con una iniezione letale. C'è comunque per lui la possibilità di un appello.

La punizione "è adeguata per questo orribile crimine", ha commentato il ministro della Giustizia, Loretta Lynch, aggiungendo che Tsarnaev ha agito "con freddezza e crudeltà" in "un attentato terroristico che ha ferito centinaia di americani, togliendo la vita a tre individui".

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