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Il nuovo missile di Kim Jong-un, spiegato

Nessuna nazione al mondo, Corea del Nord esclusa, schiererebbe missili balistici intercontinentali super pesanti a propellente liquido in una configurazione mobile su strada

Il nuovo missile di Kim Jong-un, spiegato

Per il 75esimo anniversario della fondazione del Partito dei Lavoratori, la Corea del Nord ha svelato dei nuovi sistemi d’arma. Tra questi, anche un nuovo missile balistico intercontinentale super pesante su strada. La parata di poche ore fa, infine, ci ha fornito anche un altro dato: Pyongyang non ha ancora realizzato un missile balistico intercontinentale pesante su strada a combustibile solido. È il progresso tecnologico a delineare la situazione strategica complessiva.

Corea del Nord, l’analisi del nuovo missile balistico intercontinentale

Il nuovo missile balistico intercontinentale non è esattamente una sorpresa. Quello che ha attraversato la piazza Kim Il Sung, dovrebbe essere la terza evoluzione della famiglia ICBM Hwasong. È, probabilmente, il missile mobile a propellente liquido più grande del mondo, molto più imponente del sistema Hwasong-15 testato nel 2017. Ed, inoltre, potrebbe implementare capacità MIRV. Ovviamente dobbiamo sempre tenere a mente che una cosa è il carico utile ipotetico, un’altra è se il missile sia in grado di completare con efficacia il ciclo ICBM. Dovremmo anche chiederci le origini di quel TEL ad undici assi ed il reale valore della sua mobilità in un contesto operativo. Procediamo per punti.

I dati open source disponibili

Nessun media straniero è stato autorizzato a partecipare alla parata per il 75esimo anniversario della fondazione del Partito dei Lavoratori. Gli unici dati disponibili sono i filmati rilasciati dai media del regime (che sottopongono costantemente al lavaggio del cervello una popolazione di venticinque milioni di persone, schiava di un onnipotente dittatore dinastico). Filmati che, secondo prassi consolidata, potrebbero essere stati modificati digitalmente. L'ICBM mostrato in video potrebbe essere un modello concettuale, un dimostratore tecnologico o un mock-up.

Il nome del nuovo ICBM

La Corea del Nord non ha diramato il codice identificativo del nuovo sistema d’arma. Pyongyang ha svelato e testato i missili balistici HS-14 e HS-15. L’ICBM mostrato poche ore fa trae chiaramente ispirazione dalla famiglia balistica Hwasong. Potrebbe trattarsi, quindi, dell’HS-16.

Quando è stato sviluppato

L’arco temporale necessario per sviluppare un sistema d’arma super pesante come l’ICBM svelato dalla Corea del Nord è significativo. L’esistenza del nuovo asset è stata confermata da Kim Jong-un in persona il primo gennaio scorso. In quel frangente, il dittatore parlò di una “nuova arma strategica”. Le sue dimensioni si ispirano alle piattaforme di lancio realizzate durante la Guerra Fredda.

Le presunte dimensioni del nuovo ICBM

Il nuovo missile balistico intercontinentale a due stadi dovrebbe avere una lunghezza compresa tra i 24 ed i 26,5 metri ed una larghezza di 2,4-2,9 di diametro. In ogni caso è certamente più grande del Hwasong-15 testato una volta nel novembre del 2017. Il principale vantaggio di un missile balistico intercontinentale su strada è la sua mobilità. Vantaggio ignorato dalla Corea del Nord. Nessuna nazione al mondo, infatti, schiererebbe missili balistici intercontinentali super pesanti a propellente liquido in una configurazione mobile su strada.

Il propellente utilizzato

Gli ICBM utilizzano più stadi, ciascuno contenente i propri motori e propellente, per trasportare i loro carichi utili nello spazio, attorno alla terra e verso il loro obiettivo. I missili balistici HS-14 e HS-15, testati nel 2017, sono alimentati a combustibile liquido. Se l’appartenenza alla famiglia Hwasong venisse confermata ufficialmente, il nuovo ICBM a due stadi potrebbe condividere il medesimo propellente. Ipotesi, al momento, su una possibile configurazione ibrida, con stadio superiore a combustibile solido. Il punto sul propellente è fondamentale. Il propellente solido conferisce immediati tempi di reazione e prontezza di funzionamento. Il combustibile premiscelato in forma solida viene stivato direttamente nel missile. Avviato il processo di accensione, questo non può essere modificato o disattivato a differenza di quanto avviene nel combustibile allo stato liquido. Il flusso di carburante allo stato liquido può essere controllato così come la quantità di spinta prodotta può essere regolata, attivata o disattivata. A differenza di quello liquido (altamente volatile e corrosivo), il combustibile solido annulla il rifornimento in loco del vettore (che deve rispettare alcuni passaggi procedurali), rendendone difficile la rilevazione satellitare. I missili a combustibile liquido, quindi, sono alimentati sul sito di lancio in un processo che può durare delle ore e che richiede diversi veicoli di supporto. La Corea del Nord ha testato razzi a combustibile liquido lo scorso dicembre presso il sito di prova di Sohae. Pyongyang, infine, continua a modernizzare la sua capacità di attacco di precisione convenzionale a corto raggio. I missili balistici a corto raggio KN23, KN24 e KN25 a propellente solido sono stati testati con successo.

La finestra di ricarica

Il dispiegamento di un missile a propellente liquido come il Hwasong-16 può richiedere fino a 18 ore. Questo non solo limita il valore strategico dell'ICBM, ma fornisce alle forze statunitensi un'ampia finestra per un attacco preventivo.

La propulsione

Il primo stadio del Hwasong-16 potrebbe essere propulso da quattro razzi RD-250, il doppio di quelli presenti sul Hwasong-15.

La presunta capacità MIRV

Il nuovo ICBM potrebbe implementare capacità MIRV o essere configurato per rilasciare esche per ingannare i radar ostili. Ovviamente dobbiamo sempre tenere a mente che una cosa è il carico utile ipotetico, un’altra è se il missile sia in grado di completare con efficacia il ciclo ICBM.

L’evoluzione della tecnologia MRV

La tecnologia Multiple Reentry Vehicle o MRV, si basa sulla capacità di conferire ai missili balistici un maggiore letalità pur mantenendone invariato il numero. Le testate MRV conferiscono al missile la capacità di colpire con diversi vettori un singolo bersaglio. Il concetto si è poi evoluto nelle testate MIRV o Multiple Independently Targetable Reentry vehicle. A differenza delle MRV, le testate MIRV colpiscono diversi bersagli invece di massimizzare la loro efficacia su un solo obiettivo. Le testate MARV o Maneuverable Reentry Vehicle, infine, rappresentano l’ultima evoluzione delle MIRV. Le MARV sono ritenute in grado modificare il proprio percorso in volo con brusche manovre così da ingannare i sistemi anti-balistici.

Il ciclo ICBM

Il ciclo missilistico è diviso in tre fasi: spinta, manovra nello spazio e terminale. Dopo la fase di propulsione e spinta, il missile balistico intercontinentale raggiunge l’orbita terrestre per rilasciare il veicolo di rientro principale o e-entry vehicle (RV), la punta dell'ICBM. Quest’ultima, una volta posizionata tramite navigazione inerziale, rilascia le testate che colpiscono gli obiettivi rientrando dall’atmosfera terrestre. Oltre alla gittata massima, un missile deve anche essere in grado di trasportare una testata, sopravvivere al rientro nell'atmosfera e colpire un bersaglio con precisione. Il processo prevede la schermatura della testata dalle alte temperature generate dal rientro nell’atmosfera terrestre ad una velocità di 7 km al secondo.

Il lanciatore del nuovo ICBM

Fino a pochi anni fa, i TEL o Transporter Erector Launcher utilizzati dalla Corea del Nord non erano altro che dei mezzi civili riconvertiti grossolanamente per uso militare. Ciò significa che non sarebbero stati in grado di tollerare l’energia sprigionata da un missile nelle sue primissime fasi e garantirne la stabilità. I lanciatori ruotati avrebbero dovuto percorrere strade improvvisate determinando un eccessivo stress al telaio del missile. I veicoli cingolati aggirano il problema delle strade non asfaltate. Tuttavia, i missili balistici sono asset particolarmente delicati e soffrono l’instabilità dei terreni improvvisati. Il nuovo TEL ad undici assi mostrato dalla Corea del Nord è un vero enigma. Si ritiene che il TEL a nove assi configurato per trasportare e lanciare l’HS-15 sia stato acquistato dalla Cina e modificato dalla Corea del Nord. Gli Stati Uniti stimano che la Corea del Nord possa lanciare al massimo sei missili balistici intercontinentali dai rispettivi TEL acquistati dai cinesi nel 2010. Il nuovo TEL ad undici assi potrebbe essere stato prodotto integralmente in patria. Ad oggi, almeno in base ai dati open source disponibili, non è mai stato testato. Appare comunque evidente che la Corea del Nord sia in grado di ottenere componenti per lanciatori pesanti nonostante le sanzioni ed i controlli sulle esportazioni. Pyongyang, probabilmente, è in grado di produrre propri lanciamissili.

La mobilità del nuovo ICBM

Il nuovo ICBM pesante svelato dalla Corea del Nord è trasportato da un TEL, ma non possiamo chiaramente parlare di mobilità. Il devastante RS-24 Yars russo, ad esempio, è trasportato da un TEL ad otto assi. Un missile balistico intercontinentale super pesante basato su un TEL ad un undici assi, non potrebbe sfrecciare liberamente attraverso la campagna nordcoreana. La capacità ruotata del nuovo ICBM della Corea del Nord si traduce nella possibilità di lasciare il suo bunker, percorrere un breve tragitto (tra i pochi compatibili con il missile) senza ostacoli (strade lisce ed asfaltate) e raggiungere il punto lancio predeterminato. E se per miracolo ci riuscisse, non sfuggirebbe alla rete di rilevazione di Stati Uniti e Corea del Sud. I silos, invece, rappresentano un'opzione plausibile per il futuro

Il nuovo ICBM potrebbe colpire gli Stati Uniti?

Lanciare missili nel Mare del Giappone non significa che Pyongyang possa colpire bersagli nell'emisfero occidentale. Non esiste alcuna verifica indipendente che possa confermare un sistema di guida affidabile a lunga distanza sviluppato dalla Corea del Nord. Oltre alla spinta dei razzi, un missile balistico intercontinentale richiede specifiche capacità come l’elaborazione dei dati per colpire il bersaglio designato. Non esiste alcuna informazione open-source che possa dimostrare che la Corea del Nord abbia risolto tutti i problemi del programma missilistico di proiezione a medio e lungo raggio. Il Nord deve ancora dimostrare di aver ultimato con successo il processo di miniaturizzazione e standardizzazione delle testate nucleari per il trasporto su vettori intercontinentali e completato il ciclo della tecnologia di rientro. Le superpotenze hanno impiegato due decenni anni per sviluppare asset intercontinentali. La Corea del Nord potrebbe riuscire a completare lo sviluppo di tale tecnologia, ma ci vorranno anni, decine di test e centinaia di milioni di dollari.

Il missile mostrato in parata è tecnicamente pronto per un lancio a breve termine?

Prima di entrare in produzione saranno necessari diversi lanci di prova del valore di centinaia di milioni di dollari per validare efficacemente il nuovo sistema d’arma. L’ipotetico successo nei test conferirebbe credibilità alla minaccia balistica della Corea del Nord, innescando un nuovo ciclo di tensione con gli Stati Uniti. In ogni caso Pyongyang non ha ancora realizzato un missile balistico intercontinentale pesante mobile a combustibile solido (analizzeremo in seguito il misterioso Pukguksong-4, forse destinato alle forze terrestri).

Il valore politico del nuovo ICBM

Il nuovo missile balistico intercontinentale, qualora un giorno entrasse in produzione e divenisse operativo, è chiaramente progettato per colpire gli Stati Uniti. Acquisendo una limitatissima capacità di rappresaglia, Pyongyang porterebbe la sua minaccia ad un nuovo livello prospettando l’opzione di un intervento ben oltre la penisola coreana ed il potenziale per una ritorsione in caso di un attacco termonucleare preventivo ricevuto. Nonostante le sanzioni delle Nazioni Unite e le richieste internazionali per la denuclearizzazione, la Repubblica Popolare Democratica di Corea ha sempre sostenuto che il suo programma balistico di proiezione è necessario per proteggere il regime da qualsiasi tentativo esterno di rovesciarlo. Non bisognerebbe mai dimenticare che la dinastia Kim è pericolosa, ma certamente non stupida. La sua elitè criminale non cerca il martirio o la gloria postuma in qualche bunker. I Kim anelano da sempre il rispetto internazionale e cercano, soprattutto, di sopravvivere. Quel rispetto internazionale (come avvenuto con il Pakistan ad esempio) basato sul riconoscimento a potenza nucleare così da reimpostare le relazioni con i diretti antagonisti come la Corea del Sud e gli Stati Uniti. L'ostentata esibizione del nuovo ICBM di Pyongyang ha l’obiettivo di segnalare la frustrazione della Corea del Nord nei confronti dei lenti negoziati con gli Stati Uniti e la Corea del Sud. La leadership della Corea del Nord comprende molto bene che un conflitto militare con gli Stati Uniti è impossibile da vincere. Nonostante l'iperbole mediatica globale, non sono né folli né irrazionali e non hanno mai mostrato tendenze suicide.

Nel primo incontro di Singapore, il criminale Kim Jong-un è stato riconosciuto come un membro legittimo della comunità internazionale. Trump avrebbe dovuto ridimensionarlo: quel vertice non ha cambiato l'orribile natura della tirannia nordcoreana. Alla nebulosa promessa sine die di Pyongyang sulla denuclearizzazione della penisola, Trump sospese le esercitazioni militari con la Corea del Sud. Trump è stato il primo Presidente degli Stati Uniti in carica ad incontrare un leader della Corea del Nord, ma l’incontro di Singapore è stato un successo per la dinastia Kim che ha sempre cercato il rispetto internazionale e, soprattutto, di sopravvivere. L'arsenale nucleare è la principale garanzia di sopravvivenza della dinastia Kim. I Kim non hanno mai voluto dichiarare guerra agli Stati Uniti, ma speravano e sono riusciti nel loro intento di impedire a Washington un attacco preventivo a protezione della dinastia regnante. I nordcoreani non sono stupidi. Non rinunceranno alle loro armi senza concessioni commisurate da Stati Uniti, Corea del Sud e Giappone. La parata di poche ore fa dimostra che quel “disarmo verificabile ed irreversibile” pubblicizzato con un incauto ed innaturale ottimismo, è pura fantasia.

Corea del Sud e Giappone convivono con la minaccia del Nord da decenni. Gli Stati Uniti, dopo l'isteria della crisi missilistica cubana, impararono a convivere con le capacità strategiche sovietiche e cinesi. Il punto è capire se gli Stati Uniti riusciranno ad adattarsi anche alla futura, ma non prossima, minaccia intercontinentale della Corea del Nord. Non esiste una soluzione militare al conflitto politico nella penisola coreana.

È tempo di iniziative diplomatiche sostanziali.

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