Coronavirus, la Cina esulta: zero nuovi contagi interni

L'ultimo bollettino parla di 34 contagi ma si tratta di positività arrivate dall'esterno. Xi Jinping: "Non abbassiamo la guardia. Il virus potrebbe tornare"

Coronavirus, la Cina esulta: zero nuovi contagi interni

La Cina fa festa: per la prima volta in assoluto da quando è scoppiata l'epidemia del coronavirus il Paese non ha registrato nuovi contagi domestici. L'ultimo bollettino, infatti, parla di 34 casi ma si tratta di positività arrivate dall'esterno, cioè di infezioni portate oltre la Muraglia da cittadini provenienti da altre nazioni.

Se i casi interni annullati consentono al governo di tirare un sospiro di sollievo, l'allerta risale a livelli di guardia considerando i cosiddetti contagi di ritorno. I 34 contagi citati, infatti, rappresentano l'incremento giornaliero più alto mai avvenuto nelle ultime due settimane. Ricordiamo che, stando ai dati della Commissione Nazionale della Salute, in totale i contagi di ritorno ammontano a 139 unità.

Scendendo nel dettaglio, la situazione è tornata sotto controllo sia a Wuhan, epicentro del contagio, che nella provincia dello Hubei. Basti pensare che nelle ultime 24 ore sono avvenuti appena 8 decessi in tutta la Cina, e tutti situati nella citata provincia.

Il timore più grande di Pechino, adesso che il Covid-19 sembra aver diminuito la sua intensità, riguarda i contagi di ritorno. Il rischio è che la Cina possa essere travolta da una seconda ondata di infezioni, provocata da cittadini provenienti dal resto del mondo.

A questo proposito sono emblematiche le parole dell'amministratrice delegata di Hong Kong, Carrie Lam: "Se non imponiamo misure più severe in questa fase, i nostri precedenti sforzi per prevenire la diffusione della malattia in questi due mesi potrebbero essere completamente sprecati".

La Cina non abbassa la guardia

Per immaginare il possibile andamento dell'epidemia nel resto del mondo, al netto dei diversi sistemi socio-politici, può essere utile ripercorrere quanto accaduto a Wuhan. Nella megalopoli abitata da 11 milioni di abitanti l'allarme generale è stato dato lo scorso 23 gennaio dopo vari ritardi iniziali. Lo stesso giorno è scattata una quarantena che ha compreso tanto Wuhan quanto l'intera provincia dello Hubei, per un totale di 60 milioni di cittadini isolati.

A partire dal 10 febbraio è stato introdotto il divieto assoluto di uscire di casa. Il picco dei contagi e delle morti è stato raggiunto alla fine di febbraio. Il calo della curva è arrivato a inizio marzo. Soltanto oggi, 19 marzo, i contagi sono zero. Quasi due mesi dal giorno uno.

Xi Jinping non ha alcuna intenzione di farsi cogliere impreparato. Il presidente ha tanta voglia di far ripartire l'economia del Dragone ma in questa delicata fase non sono ammessi passi falsi. “La situazione resta complicata – ha spiegato il presidente - il virus potrebbe tornare, non possiamo abbassare la guardia”.

E così, per evitare

i contagi di ritorno, la Cina ha imposto ferree misure restrittive per chiunque arrivi dall'estero, tra cui una quarantena obbligatoria di 14 giorni in un luogo indicato dalle autorità e a proprie spese.

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