Coronavirus, contagiata la moglie di Trudeau. Il premier sceglie la quarantena

Oltre alla quarantena di Trudeau, a turbare i canadesi contribuiscono anche le cattive condizioni di salute del socialdemocratico Jagmeet Singh

Coronavirus, contagiata la moglie di Trudeau. Il premier sceglie la quarantena

Il primo ministro canadese Justin Trudeau si è sottoposto ad autoisolamento dopo che la moglie, Sophie Grégoire Trudeau, è risultata stamattina positiva al test del coronavirus. La donna aveva iniziato ad accusare una febbriciattola mercoledì sera, appena rientrata in patria dopo un viaggio a Londra. Tale innalzamento della sua temperatura corporea si è quindi rivelato un sintomo del Covid-19. Lei ha reagito alla notizia di essere contagiata mostrando ottimismo e invitando la popolazione a seguire con scrupolosità i consigli dei medici.

Una volta accertata l’infezione da coronavirus ai danni della moglie, il leader di Ottawa, riporta la Bbc, ha scelto di sottoporsi anch’egli, come la consorte, a una quarantena di quattordici giorni, al solo fine prudenziale, in quanto il premier gode attualmente di ottima salute. Per il momento, fa sapere l’emittente, non vi sarebbe la necessità che l’esponente liberale effettui un tampone per rilevare la presenza nel suo organismo del coronavirus.

Nonostante la decisione di Trudeau di attuare un isolamento precauzionale, il primo ministro, ha fatto sapere il proprio ufficio stampa, continuerà, evidenzia il network britannico, a svolgere pienamente il rispettivo incarico pubblico e, oggi stesso, parlerà alla nazione sulla minaccia rappresentata dal Covid-19.

Immediatamente dopo la scelta del premier di imporsi la quarantena, sono stati rinviati a data da destinarsi tutti gli eventi pubblici a cui il leader canadese avrebbe dovuto partecipare nei prossimi due giorni. Gli ufficiali sanitari, inoltre, stanno cercando di contattare, rimarca la Bbc, tutti coloro che sono entrati in contatto con la moglie contagiata, per praticare loro tamponi e diagnosi anti-coronavirus. Al momento, non vi sarebbe invece l’urgenza, date le buone condizioni di salute del primo ministro, di individuare e sottoporre a test clinici quelli che sono stati di recente fianco a fianco con Trudeau.

Mentre il capo del governo di Ottawa sarà costretto per due settimane a dirigere la politica nazionale esclusivamente tramite telefonate e videochiamate, un altro leader partitico canadese incomincia a destare forti preoccupazioni circa le rispettive condizioni sanitarie. Jagmeet Singh, massimo esponente della formazione socialdemocratica New Democratic Party, ha appunto annunciato, riferisce l’organo di informazione d’Oltremanica, di volere rimanere per un po’ a casa in autoisolamento, poiché non si sentirebbe bene.

Tuttavia, ha puntualizzato lo stesso Singh, i dottori non avrebbero definito i sintomi che egli accusa quali indizi di infezione da coronavirus.

Finora, precisa l’emittente, i casi di Covid-19 accertati in territorio canadese si sono mantenuti

a livelli molto inferiori a quelli scoperti in Europa. Gli individui colpiti dal morbo incriminato sono infatti “soltanto” 103 e “appena” una persona è morta in seguito a contagio da coronavirus.

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