L'amica, i testimoni, Emanuela Orlandi. "Su Mirella 42 anni di attesa straziante"

Quarantadue anni fa la scomparsa di Mirella Gregori. L'intervista alla sorella Maria Antonietta: "Brancoliamo nel buio, solo ipotesi. Spero che l'amica abbia raccontato ciò che sa alla Commissione d'inchiesta"

Mirella Gregori con Papa Karol Wojtyla. Photo Credits Mauro Valentini
Mirella Gregori con Papa Karol Wojtyla. Photo Credits Mauro Valentini

"Da 42 anni non fanno altro che susseguirsi ipotesi sulla scomparsa di mia sorella. Credo sia arrivato il momento di sapere la verità e mettere fine a questa attesa straziante". Lo dice a Il Giornale Maria Antonietta, la sorella di Mirella Gregori, la 15enne scomparsa a Roma il 7 maggio 1983. Quel torrido pomeriggio d’inizio estate un tale "Alessandro" citofonò a casa Gregori, la ragazza uscì e da allora si persero le tracce. Un mese dopo svanì nel nulla un'altra 15enne, Emanuela Orlandi, sul cui rapimento è stata aperta nel 2023 anche un’inchiesta in Vaticano, oltre a quella coordinata dalla procura capitolina.

Il 14 marzo dello scorso anno si è costituita la Commissione parlamentare di inchiesta Orlandi-Gregori che proverà a far luce sui due cold case a 42 anni dai fatti. Nel caso di Mirella sono stati già auditi la sorella e alcuni testimoni dell’epoca.

Maria Antonietta Gregori, ci sono novità?

"Al momento nessuna. Sembra che i lavori della Commissione stiano procedendo bene e quindi sono molto fiduciosa. Attendiamo le prossime audizioni e poi vedremo cosa accadrà".

Riguardo alle audizioni della Bicamerale, lo scorso marzo è stato sentito per la seconda volta Giuseppe Calì, che all'epoca lavorava nel bar dei genitori di Sonia De Vito, l’amica più cara di Mirella, e si trovava nel locale il giorno della scomparsa. L’ex barista ha dichiarato che, dopo aver salutato Sonia, uscendo dal bar di via Nomentana, Mirella "andò a destra", muovendosi cioè in direzione Porta Pia. Un particolare che sembra confermare, almeno in parte, le poche informazioni riguardo agli ultimi spostamenti di sua sorella prima di svanire nel nulla.

"Anche Sonia De Vito riferì a noi familiari, a poche ore dalla scomparsa, di aver saputo dalla stessa Mirella che quel pomeriggio sarebbe andata prima a Porta Pia e poi a suonare la chitarra con alcuni amici a Villa Torlonia. Dunque, se facciamo un match con le dichiarazioni di Calì, le informazioni coincidono. Il punto è che noi non sappiamo se realmente mia sorella abbia fatto quel tragitto oppure sia andata da tutt'altra parte. Non abbiamo alcuna certezza al riguardo, anche perché all'epoca non c’erano le telecamere in strada e quindi non abbiamo nessun elemento di riscontro".

Calì ha raccontato anche di aver visto una volta nel bar della famiglia De Vito l’allora boss della Magliana Enrico De Pedis (detto Renatino), il cui nome è stato sovente associato al rapimento di Emanuela Orlandi. Ritiene plausibile l’ipotesi di un eventuale coinvolgimento della criminalità organizzata capitolina dell'epoca nella scomparsa di Mirella?

"È una domanda a cui non so rispondere. A parer mio potrebbe trattarsi di una suggestione, visto che, sin dalle prime indagini, il nome di mia sorella è stato affiancato a quello di Emanuela Orlandi".

Ritornando alle convocazioni a palazzo San Macuto, su tutte spicca quella di Sonia De Vito, la quale si è resa disponibile a fornire la propria testimonianza ma ha chiesto che l'audizione fosse secretata. Secondo lei, perché?

"Non ne ho idea. Mi auguro solo che abbia detto ciò che sa, visto che era l’amica di Mirella e l’ultima persona, tra familiari e conoscenti, ad aver parlato con mia sorella il giorno della scomparsa".

Ritiene che Sonia possa essere a conoscenza di qualche dettaglio importante, magari una confidenza che potrebbe averle fatto Mirella?

"Non lo escludo. A tal proposito ci tengo a precisare una cosa: non ho mai neanche lontanamente pensato che Sonia potesse essere coinvolta nella scomparsa di Mirella, questo sia ben chiaro. Credo, però, che possa fornire un contributo importante per la ricerca della verità".

Ovvero?

"Non ha mai raccontato cosa si sono dette lei e mia sorella quando sono state quei 5/10 minuti in bagno a chiacchierare, poco prima che Mirella si allontanasse dal bar. Magari può dirci se Mirella le aveva parlato di qualche ragazzo o di qualunque altra cosa che per lei, eventualmente, potesse essere fonte di preoccupazione. Ogni dettaglio, anche se piccolo, può fare la differenza".

Nell'ottobre del 1983 Sonia De Vito venne intercettata dai servizi segreti mentre parlava al telefono con un'amica. Nel corso della telefonata dichiarò: "Certo, lui ci conosceva. Contrariamente a noi che non lo conoscevamo. Quindi poteva fare quello che voleva... Come ha preso Mirella poteva prendere anche me". Secondo lei, a chi si riferiva?

"Non lo so. Forse bisognerebbe chiederlo a lei (Sonia De Vito ndr)".

Riguardo alle ipotesi sulla scomparsa, agli albori delle indagini si era parlato anche della cosiddetta "tratta delle bianche". È una pista che ha mai preso in considerazione?

"Personalmente no, ma mia madre sì. Però non so quanto sia attendibile questa ipotesi e se possa riguardare la scomparsa di Mirella".

Lei che idea si è fatta?

"Nessuna in particolare. Brancoliamo nel buio da 42 anni ormai. Non abbiamo alcuna certezza, può essere vero tutto o niente".

Quale è il ricordo più bello che conserva di Mirella?

“Mirella era una ragazza semplice, si divertiva con poco. Passavamo i pomeriggi insieme ad ascoltare musica e ballare in camera. Sono ricordi preziosi, gli unici a cui posso aggrapparmi nell'attesa di conoscere la verità".

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