L'inquietante profezia sull'IA: questo mestiere sparirà del tutto

Secondo il creatore dell'acclamato "NieR: Automata", entro i prossimo 50 anni l'intelligenza artificiale sostituirà completamente gli sviluppatori di videogiochi

L'inquietante profezia sull'IA: questo mestiere sparirà del tutto
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L’intelligenza artificiale e la sua possibile implementazione sempre più consistente nell’ambito dei videogiochi sono due dei temi più caldi che dominano le discussioni tra gli appassionati e i professionisti del settore. Alcuni ridimensionano il suo impatto, sottolineandone i limiti evidenti, mentre altri continuano a sollevare l’allarme per il futuro dei team di sviluppo. Tra questi, Yoko Taro, il celebre e visionario director dell’acclamato NieR: Automata.

“L’intelligenza artificiale renderà disoccupati tutti i creatori di videogiochi”, ha dichiarato durante una tavola rotonda organizzata in occasione della promozione di The Hundred Line: Last Defense Academy, a cui hanno partecipato gli sviluppatori del gioco. “Passeremo da un’epoca in cui imitavamo gli stili dei nostri autori preferiti a una in cui l’IA ci genererà direttamente le storie che vogliamo vivere”, ha continuano, sottolineando che l’intelligenza artificiale sarà capace di questo passo entro i prossimi 50 anni e che potrà generare esperienze personalizzate in base ai gusti del singolo giocatore.

Non è la prima volta che Yoko Taro rilascia dichiarazioni che molti considerano estreme, ma in questo caso ha centrato un punto fondamentale, soprattutto considerato il periodo che l’industria sta attraversando. Di recente, infatti, si è notata sempre di più la tendenza dei grandi studi a rilasciare giochi che, al netto di uno sviluppo costato milioni di dollari, non riescono a intercettare le preferenze del pubblico, mentre team medio-piccoli del panorama indie rilasciano prodotti di ottima qualità, pregni di una spinta creativa che gli appassionati premiano con vendite e voti molto alti. L’ultimo caso è quello di Clair Obscure: Expedition 33, titolo che è già in lizza per essere gioco dell’anno.

Ed è proprio questo il centro del dibattito sull’intelligenza artificiale nell’ambito dei videogiochi: mantenere l’equilibrio tra lo sviluppo tecnologico e la creatività che solo una mente umana può avere e trasmettere tramite un medium.

Le storie migliori sono quelle che nascono dalle esperienze che gli scrittori vivono, nel bene o nel male, dalle loro emozioni e da quelle che vogliono passare ai giocatori. E questa è una cosa che l’algoritmo, per quanto evoluto, non potrà mai replicare.

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