
Un “allineamento strategico di lungo termine” tra Stati Uniti ed Ucraina. Questo, riferisce il Washington Post, è quanto si legge nella versione finale dell'accordo sulle terre rare appena siglato dai rappresentanti di Washington e di Kiev. L’intesa tra i due Paesi mette nero su bianco il sostegno dell’America “alla sicurezza, alla prosperità, alla ricostruzione e all’integrazione dell’Ucraina nel contesto economico globale”.
L’accordo - in prima battuta atteso per la firma il 28 febbraio (giorno del disastroso incontro nello Studio Ovale tra il presidente americano Donald Trump e il suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky) - prevede la creazione di un Fondo di investimento per l’avvio e la gestione di investimenti nelle risorse naturali e minerarie dell'Ucraina. Il suo meccanismo di funzionamento non è ancora del tutto chiaro ma in un comunicato stampa emesso dalla Casa Bianca e citato dal Kyiv Post si sostiene che la partnership economica consente ai due Paesi di “collaborare e investire insieme per garantire” che le rispettive “risorse, talenti e capacità reciproche possano accelerare la ripresa economica dell’Ucraina”. “Questo accordo”, prosegue la nota rilasciata dall’amministrazione Usa, segnala “chiaramente” alla Russia che la presidenza Trump “è impegnata in un processo di pace incentrato su un’Ucraina libera, sovrana e prospera a lungo termine”.
Washington ha sottolineato che a “nessuno Stato o persona che ha finanziato o rifornito la macchina da guerra russa sarà consentito di beneficiare della ricostruzione dell’Ucraina”. Annunciando l’intesa, il primo ministro ucraino Denys Shmyhal ha chiarito che il fondo di investimento per la ricostruzione sarà gestito congiuntamente da Kiev e da Washington sulla base di principi di parità. Shmyhal ha dichiarato che l'accordo “non prevede alcun obbligo di debito” e che l'Ucraina manterrà "il pieno controllo sul sottosuolo, sulle infrastrutture e sulle risorse naturali". Il premier ucraino ha aggiunto che i futuri aiuti militari americani possono essere considerati contributi al fondo e che l'assistenza precedente non è inclusa.
Qualche dettaglio in più è arrivato dalla vicepremier ucraina Yulia Svyrydenko, presente a Washington per la firma del documento al fianco del segretario al Tesoro Usa Scott Bessent, che ha precisato che le aziende pubbliche ucraine come Energoatom e Ukrnafta manterranno la proprietà statale. Il fondo, ha affermato poi Svyrydenko, sarà alimentato esclusivamente dai proventi derivanti dalle licenze di nuova emissione. Le entrate e i contributi del fondo non saranno tassati né in Ucraina né negli Stati Uniti e la sua istituzione, aspetto non secondario, non interferirà con il percorso di adesione dell'Ucraina all'Unione Europea.
L'accordo prevede inoltre che gli Stati Uniti contribuiscano ad attrarre nuovi investimenti e tecnologie nel Paese aggredito dalla Russia. Contrariamente alle ipotesi avanzate nei giorni scorsi, non è stato incluso alcun riferimento alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, sotto il controllo russo. L'intesa, definita dalle autorità di Kiev una “pietra miliare”, dovrà ora essere approvata dal parlamento dell’Ucraina.
Intanto, Trump ha fatto sapere in un'intervista che, a seguito della conclusione dell'accordo sui minerali, "riceveremo, teoricamente, molto più dei 350 miliardi di dollari" spesi dall'amministrazione Biden per l'Ucraina. Una cifra che, peraltro, non corrisponderebbe alla realtà.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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