Così l'Isis minaccia gli italiani: "Vi sventriamo e sgozziamo"

Sul web il nuovo inno dello Stato islamico sottotitolato in italiano. E adesso Renzi ammette: "Nessuno è al sicuro". Sostieni il reportage

Così l'Isis minaccia gli italiani: "Vi sventriamo e sgozziamo"

Una cantilena del terrore invade la rete. All’attenzione dell’antiterrorismo è finito un brano, una sorta di inno firmato dai jihadisti affiliati allo Stato islamico e condiviso sui canali web frequentati dagli estremisti islamici. Il documento contiene minacce in forma di strofe cantate su un sottofondo di melodia arabeggiante. A trovarlo su internet gli analisti di Wikilao, portale specializzato nei temi della sicurezza e della geopolitica.

A meno di due settimane dall'inaufurazione di Expo 2015 e mentre riprendono gli sbarchi degli immigrati, l'Isis torna a minacciare l'Italia. "Presto... presto rimarrete sorpresi, come un fulmine a ciel sereno vedrete le battaglie sorgere sulle vostre terre" suona così l’incipit del motivo, sottotitolato in varie lingue tra cui l’italiano. Fra le altre frasi di minaccia cantate nel video ne risuonano alcune davvero macabre e allarmanti: "Mi hai dichiarato guerra con l’alleanza della miscredenza, goditi dunque la mia punizione". E ancora: "Più a lungo persisterai a combattere, più soffrirai". Il brano Presto, Presto!, parte integrante della campagna propagandistica lanciata dallo Stato islamico in questi mesi, prosegue in un'escalation di intimidazioni: "Affidiamo ai coltelli il compito di sventrare e sgozzare", "da te verremo con scempio e morte", "noi di sangue le ampie strade ricopriamo grazie ai coltelli affilati che tranciano le gole ai cani in raduno quando si ammassano".

"Nessun paese può considerarsi sicuro al 100%", ha ammesso oggi il premier Matteo Renzi. A diffondere il video sul web, rilevano da Wikilao, che già alcune settimane fa scovò il primo documento jihadista redatto in italiano, è il Centro Ajnad, una delle case mediatiche che fanno riferimento allo Stato Islamico. Fondata poco più di un anno fa, il suo scopo è proprio quello di elaborare e diffondere gli inni dello Stato islamico. Sulla base della canzone è stato prodotto anche un video.

A suoni e canti si accompagnano immagini di boia, combattenti e vittime del Califfato, rappresentazioni grafiche di coltelli insanguinati, palle infuocate e jet in fiamme, scene di addestramento di jihadisti, secondo le ormai conosciute tecniche di propaganda dei centri di produzione mediatica dell’Isis.

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