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"Così è morto in un raid Osama Bin Laden"

William McRaven, il comandante delle Operazioni speciali Usa che il 2 maggio 2011 lanciarono il raid contro Osama Bin Laden, si racconta in un libro

"Così è morto in un raid Osama Bin Laden"

William McRaven, ammiraglio in pensione della Marina degli Stati Uniti e comandante delle Operazioni speciali, era a capo dell'operazione Neptune Spear del 2 maggio 2011 che, nei pressi di Abbottabad (Pakistan), portò alla morte del terrorista e fondatore di al-Qaida, Osama Bin Laden. Editorialista del Washington Post e feroce critico dell'amministrazione Trump, l'inquilino della Casa Bianca ha risposto all'ufficiale in pensione accusandolo di essere politicamente di parte, definendolo un "fan di Hillary Clinton" e un "sostenitore di Obama" durante un'intervista rilasciata a Fox News. Ora McRaven ha scritto un libro, Fai la differenza, pubblicato da Piemme, nel quale racconta storie eccezionali di coraggio ed eroismo vissute durante la sua carriera come Navy Seal e comandante delle Operazioni speciali. McRaven, oltre all'operazione Neptune Spear, è stato coinvolto in alcune delle missioni più rischiose della memoria recente, tra cui la cattura di Saddam Hussein e il salvataggio del capitano Richard Phillips.

Intervistato da La Stampa, McRaven spiega che "l'America sta perdendo i valori fondamentali che l'hanno resa davvero grande. È una vergogna, dobbiamo ricostruirli". E sulla cattura di Osama Bin Laden, lo sceicco del terrore, ricorda: "Non mi eccitai troppo, perché dopo l'11 settembre c'erano stati diversi avvistamenti sbagliati. Ma noi avremmo condotto la missione comunque, che fosse stato lui al 100%, o al 50%". Tra le opzioni sul tavolo, l'ex comandante delle Operazioni speciali scelse il raid: "Diverse ipotesi erano state proposte da altri, ma l'unica che io avevo avanzato era il raid. C'erano il bombardamento massiccio e quello chirurgico, però il presidente [Obama] non li voleva per il rischio di colpire civili innocenti, e l'impossibilità di provare che si trattava davvero di Osama. Perciò alla fine scelse il raid".

Una missione pericolosa, sì, ma non complessa, spiega McRaven. "Avevo i migliori piloti di elicotteri al mondo, e i Seal erano tutti veterani. Sul piano tattico la missione non era complessa: volare dall'Afghanistan, entrare nel compound di Abbottabad, trovare Bin Laden, metterlo sull'elicottero e tornare. Mi preoccupavano i rischi ignoti, tipo se l' dificio era minato, o Bin Laden dormiva con una cintura esplosiva. Però sapevo che i miei uomini potevano farcela". Nessuna emozione al ritrovamento del cadere dello sceicco jihadista: "Non ero emozionato - racconta a La Stampa - Ero ancora concentrato sulla missione. L'aspetto emotivo l'ho compreso dopo".

In passato, l'ex capo dei Navy Seals aveva ammesso che Osama Bin Laden poteva "assolutamente" essere catturato vivo.

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