Covid-19, il cardinale Bo: "Partito comunista cinese è colpevole"

Il cardinale Charles Bo ha idee molto chiare sulle responsabilità per il Covid-19: la "colpevolezza morale" spetta al "regime cinese"

Covid-19, il cardinale Bo: "Partito comunista cinese è colpevole"

Il cardinale Bo ritiene che il Partito comunista cinese sia annoverabile tra i responsabili del quadro pandemico che sta sconvolgendo il mondo. Anzi, Bo pensa che il Partito comunista cinese sia il principale dei responsabili.

Le tesi sostenute in pubblico dal porporato del Myanmar non vertono tanto sulla origine del coronavirus, quanto sulle modalità di gestione che il governo di Xi Jingping ha scelto per affrontare la diffusione dei contagi e sy tutte le altre situazioni che sono derivate dalla comparsa del Covid-19 nella Repubblica popolare. I virgolettati di Bo, stando pure a quanto ripercorso da Asia News, sono apparsi sul sito ufficiale della diocesi di Yangon, dove il consacrato birmano è incaricato.

Il regime cinese, nello specifico, avrebbe per Bo una "colpevolezza morale". Questo peraltro è il senso del titolo della riflessione a firma del cardinale. Charles Bo, dopo aver ricordato la profondità dell'ultimo gesto simbolico di Papa Francesco, ossia la preghiera per la fine della pandemia all'interno di una piazza San Pietro isolata ha approfondito il suo punto di vista, sottolineando come molti, nel corso di queste fasi, stiano puntanto il mirino sul presunto "atteggiamento negligente", che sarebbe stato messo in campo "dalla Cina" e dal "suo dispotico Partito Comunista Cinese (PCC) guidato dal suo uomo forte XI". Ma l'analisi più certosina, quella che potrebbe essere definita alla stregua del cuore delle accuse, riguarda i numeri: "Un modello epidemiologico presso l'Università di Southampton ha scoperto che se la Cina avesse agito in modo responsabile solo una, due o tre settimane più rapidamente, il numero interessato dal virus sarebbe stato ridotto del 66 percento, dell'86 percento e del 95 percento rispettivamente". Bo critica le tempistiche dell'intervento. Le proporzioni della pandemia, secondo la visione del cardinale, sarebbero riconducibili ai tentennamenti iniziali della Repubblica popolare. Come a dire che sarebbe potuta andare in maniera molto diversa nel caso ci si fosse messi all'opera prima.

Il porporato birmano ha anche posto un accento su quella che non ha esitato a chiamare "repressione". Il mondo della Chiesa cattolica, prescindendo dalla distribuzioni delle eventuali responsabilità sul Covid-19, risulta essere piuttosto diviso. Nel corso di queste ore, una padre gesuita si è esibito in un articolo mediante cui ha sostenuto la sussistenza di effetti positivi ma indiretti che sarebbero attribuibile al Covid 19. Padre Benedikt Mayaki pensa che la diminuzione dell'inquinamento e la ricomparsa degli animali all'interno dei loro abitat costituiscano, comunque sia, elementi favorevoli alla tutela dell'ambiente. Un altro cardinale, Malcolm Ranjith, ha apertamente dichiarato di credere alla versione secondo cui il Covid-19 sarebbe stato "creato" in un "laboratorio".

Si tratta di una delle "tesi complottiste" più in voga di questi tempi, ma gli scienziati hanno già replicato più volte, spiegando come l'evoluzione del coronavirus possa essere riscontrata in eventi esclusivamente naturali.

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