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Due copertine choc: i media all'assalto di Trump

Durissima copertina del giornale tedesco Der Spiegel, che mostra un disegno di Trump con in mano un coltello e nell'altra mano la testa della Statua della libertà. Il New Yorker, invece, mostra la fiamma della statua spenta

Due copertine choc: i media all'assalto di Trump

C'è una parte del mondo dell'informazione che continua ad attaccare a testa bassa Donald Trump, senza neanche lasciargli il tempo di governare. Il settimanale tedesco Der Spiegel nell'ultima copertina pubblica un disegno raffigurante il presidente americano con un coltello insanguinato in una mano e, nell'altra mano, la testa mozzata della Statua della libertà. Un accostamento neanche troppo velato ai terroristi tagliagole dell'Isis. Secondo alcuni è solo una provocazione, secondo altri, invece, è un attacco vergognoso, soprattutto per l'accostamento all'Isis.

Sulla copertina, in basso, c'è anche la scritta "America First", uno degli slogan della campagna elettorale di Trump (accanto al "Make America great again"). Il disegno del presidente non ha lineamenti, a parte la bocca spalancata e il volto arancione. Ma a colpire, oltre alla testa mozzata della Statua della Libertà, che gronda sangue, è il coltellaccio che Trump impugna. Una copertina che urta, per il significato che sottintende: Trump uccide la libertà. Anzi, l'ha già uccisa. Eppure "The Donald" si è insediato da pochi giorni.

Un altro periodico dedica una copertina al veleno a Trump, pur senza raffigurarlo. Si tratta del New Yorker. Anche in questo caso si vede la Statua della Libertà, in questo caso solo la mano con la torcia. Ma con una differenza macroscopica rispetto alla vera statua: non c'è la fiamma (che rappresenta la speranza) ma solo il fumo. La testata ha preso una posizione netta contro la politica di Trump, criticando le sue prime mosse. Ma in democrazia, si sa, il diritto di critica è più che legittimo. Anche se, bisogna ricordarlo, Trump è stato regolarmente eletto dagli americani e, sino ad ora, a parte qualche decreto esecutivo, alcune telefonate e i soliti tweet, non è che abbia fatto chissà cosa.

L'uomo che ha realizzato la copertina del New Yorker, John W. Tomac, spiega che "la Statua della Libertà, così come la sua statua sfavillante, sono sempre state simbolo dell'accoglienza degli immigrati. E allo stesso tempo è il simbolo dei valori americani. Ma adesso sembra come se si fosse spenta la luce".

È vero che il fatto di essere stati eletti democraticamente non è una garanzia assoluta (qualcuno ha già ricordato che anche Hitler fu regolarmente eletto dai cittadini), però a chi ha paura di Trump bisogna ricordare che gli Stati Uniti hanno un sistema politico istituzionale ben congeniato, in grado di offrire le più ampie garanzie di solidità ed equilibrio, con pesi e contrappesi necessari ad arginare ogni possibile deriva autoritaria.

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