Cinitalia

Dunhuang: le grotte millenarie, i tramonti nel deserto

Benvenuti nella regione che nella storia della Cina ha conosciuto per prima il mondo esterno, divenendo crocevia delle grandi culture e patrimonio dell’umanità

Dunhuang: le grotte millenarie, i tramonti nel deserto

Ji Xianlin, maestro di cultura cinese tradizionale, storico cinese e specialista di lingua sanscrita, una volta disse: “Nel mondo esistono solo quattro sistemi culturali con una lunga storia, un vasto territorio, un sistema autonomo e un’influenza di vasta portata: cinese, indiano, greco e islamico. Non ce n’è un quinto. E c’è solo un’area in cui questi quattro sistemi culturali confluiscono, si tratta della regione che comprende Dunhuang e il Xinjiang, in Cina. Non ce n’è una seconda”.

Sin dall’antichità, Dunhuang, situata all’estremità occidentale del corridoio di Hexi, grazie alla sua posizione geografica unica, era un importante crocevia per il traffico tra Oriente e Occidente lungo la Via della Seta e un luogo di incontro culturale dal valore universalmente riconosciuto.

Più di mille anni fa Dunhuang era il centro in cui confluivano le culture cinesi e occidentali, da qui si propagava la vivacità della Via della Seta. Durante il periodo della dinastia degli Han occidentali nella regione a Ovest del fiume Giallo furono costruite quattro contee e una strada a doppia corsia in direzione Nord-Sud. Dunhuang divenne così un’importante base per lo sviluppo della dinastia Han verso Ovest. L’apertura dell’antica Via della Seta permise a Dunhuang, prima regione nella storia della Cina, di conoscere il mondo esterno. Era possibile incontrare lungo la strada numerosi messaggeri e un flusso costante di commercianti viaggiatori che la percorreva in ogni direzione. Ma fu solo nell’epoca Sui e Tang che la Via della Seta conobbe il suo massimo sviluppo commerciale.

A Dunhuang transitavano numerosi branchi di cammelli e di cavalli, grazie alla loro presenza, fu possibile l’avvio e lo sviluppo del primo periodo di prosperi scambi commerciali e la convivenza di una miscellanea di culture orientali e occidentali. Oggi i turisti arrivano a Dunhuang da tutto il mondo in aereo ma, una volta giunti sul posto, ricorrono agli antichi mezzi di trasporto, i cammelli, per ammirare gli spettacolari scenari desertici e conoscere le usanze dei Monti Mingsha e della Sorgente della Luna Crescente.

La cultura di Dunhuang è contestualmente espressione sia di una cultura aperta che della cultura tradizionale delle pianure centrali della Cina. La cultura tradizionale contiene in sè molti elementi etnici provenienti dall’Asia centrale, dall’Asia occidentale, dalle regioni occidentali tibetane e mongole e da altri luoghi della Cina, rivelando, già di per sé, la capacità di far coesistere una forte apertura al nuovo, ma anche rispetto della diversità e desiderio di inclusione.

Il buddhismo, introdotto in Cina dall’India attraverso la Via della Seta, lasciò in eredità un tesoro inestimabile per l’arte buddhista: le Grotte di Mogao. Esse sono uno dei quattro più famosi complessi di grotte in Cina e anche il più grande e meglio conservato tesoro dell’arte buddhista al mondo: un palazzo d’arte che concentra edifici, dipinti murali e sculture dell’antichità.

Sono considerate la scoperta culturale di maggiore valore del XX secolo. Le Grotte di Mogao si trovano ai piedi del Monte Mingsha, 25 chilometri a Sud-Est della città di Dunhuang. Furono scavate per la prima volta nel 366 d.C. A quell’epoca, il monaco Lezun attraversò la montagna e vide brillare una luce dorata che ricordava un Buddha. Così scavò la prima grotta sulla parete di roccia, per porre fine alla sofferenza interiore degli uomini.

Da allora, diversi monaci e artigiani di varie dinastie si recarono qui per costruire grotte, dando vita ad un vasto patrimonio architettonico, scultoreo e pittorico nel deserto. Durante le dinastie Sui e Tang, un prospero periodo lungo la Via della Seta, le Grotte di Mogao vissero un periodo di eccezionale fioritura. Nell’epoca di Wu Zetian, durante la dinastia Tang, si contavano oltre mille grotte.

A causa della secolare erosione ad opera di vento, sabbia, neve e pioggia, oggi restano 492 grotte, con oltre 2.400 statue colorate e 45.000 metri quadrati di pitture. Tra queste ricordiamo “Dunhuang Feitian (apsara volante)”, simbolo dell’arte di Dunhuang. La famosa immagine che “suona il pipa” (strumento musicale cinese a quattro corde) è una delle immagini che raffigura l’apsara. In ogni grotta di Mogao può essere trovata un’immagine di questo tipo:
la figura aggraziata della fata volante che suona lo strumento musicale, racchiude in sè la bellezza stilistica delle regioni occidentali e delle pianure centrali della Cina.

Nel 1987, l’UNESCO ha inserito le Grotte di Mogao di Dunhuang nella lista del Patrimonio culturale mondiale. Per visitare le Grotte di Mogao, occorre attenersi a una serie di regole rigorose: è necessario prenotarsi; sono vietate le foto nelle grotte (i dipinti murali furono realizzati con pigmenti minerali e anidride carbonica, umidità, temperatura e luce dei flash potrebbero quindi danneggiarli; solo le guide che accompagnano i visitatori possono utilizzare lampade a luce fredda); le grotte vengono chiuse nei giorni nuvolosi e di pioggia; è vietato toccare le pitture ed entrare nelle grotte quando sono chiuse. I

l momento migliore per visitare le grotte è al mattino, poichè la luce è migliore. Negli ultimi anni, trainate dall’iniziativa “Belt & Road”, le Grotte di Dunhuang hanno attirato un numero sempre maggiore di visitatori. Ma l’aumento dei turisti ha lanciato una sfida alla conservazione delle opere contenute nelle grotte. Come gestire il flusso di visitatori e, allo stesso tempo, proseguire nella valorizzazione dei beni culturali presenti nel sito?

Il primo agosto 2014, grazie ad un impegno lungo quattro anni, l’Istituto di Ricerca di Dunhuang ha aperto ufficialmente il Centro Espositivo Digitale delle Grotte di Mogao, con un investimento di oltre 300 milioni di yuan. Avvalendosi di mezzi multimediali e delle tecnologie digitali più avanzate, il Centro Espositivo Digitale è in grado di riprodurre in 3D una “Dunhuang digitale” e le “grotte virtuali”, mostrando al pubblico anche il contesto storico e culturale del sito.

La storia, spesso, illumina il futuro in silenzio. “Dun” significa “grande”; “Huang” significa “prospero”. Il senso delle due parole “Dun” e “Huang” testimonia il passato straordinario di questa città, la cui storia è strettamente legata all’antica Via della Seta e alla prosperità delle dinastie Han e Tang. Le Grotte di Mogao, il Monte Mingsha, la Sorgente della Luna Crescente, la storia di Yangguan...

Dunhuang è un tesoro unico e infinito, silenziosamente radicato nel deserto, che nei suscita visitatori rispetto, ammirazione, desiderio.

Commenti