"A Putin restano altri tre-sei mesi...". La soffiata dell'ex spia britannica

Un'ex spia britannica ha raccontato alla Bbc che a Putin rimarrebbero massimo altri tre-sei mesi come presidente della Russia prima di essere sostituito: ecco le motivazioni

"A Putin restano altri tre-sei mesi...". La soffiata dell'ex spia britannica

Vladimir Putin avrebbe i "giorni contati". Ancora qualche mese prima di essere sostituito come presidente della Federazione Russa. È quanto sostenuto da un ex agente dei servizi britannici, Christopher Steele, ex spia britannica e conosciuto perché autore di un dossier sui rapporti fra l'ex presidente americano Donald Trump e il Cremlino. Intervistato dalla trasmissione The World at One di Bbc Radio 4, ha affermato che non rimarrà al potere per più di "tre-sei mesi".

Cosa può succedere

Secondo Steele, una volta che le sanzioni occidentali avranno pieno effetto, soprattutto in campo energetico, lo Zar avrà i giorni contati. A questo punto potrebbe esserci l'effetto "tenaglia": da un lato c'è il suo stato di salute che non gli consentirebbe di andare avanti a lungo. Dall'altro, però, potrebbe esserci un golpe ed essere sostituito anche a causa dei non brillanti risultati ottenuti fin qui dal suo esercito in quella che doveva essere una semplice "operazione speciale" che lo ha visto retrocedere e accontentarsi del Donbass, tra l'altro non ancora conquistato. "Non vedo Putin essere al potere per più di tre-sei mesi da adesso - ha dichiarato - Ci sono segni che la sua salute sta peggiorando. E se ciò che ci viene detto dalla Cia, da altre agenzie e dalle nostre stesse fonti è vero, allora sembra che potrebbe diventare incapace di governare".

"Mossa contro di lui"

Come riporta Il Messaggero, poi, l'ex spia ha fatto riferimento alle persone interne al Cremlino, molto potenti, sottolineando che se "il leader non è in grado di governare dal punto di vista medico, ci sarà una mossa contro di lui, ne sono sicuro". Come abbiamo visto su InsideOver, sono tante le voci sui suoi possibili successori anche se il più accreditato sarebbe Dmitrij Kovalev, l'uomo misterioso con cui Putin parlottava durante la parata nel Giorno della Vittoria lo scorso 9 maggio. I bene informati avevano dichiarato che si sarebbero incontrati durante un incontro di hockey, sport preferito di entrambi, grazie al quale sarebbe nata una certa amicizia che li ha fatto condividere la parata oltre a scambiare più di alcune chiacchiere a stretta confidenza in mezzo ad altre colonne del Cremlino.

L'ex agente dell'MI6 (Servizio di intelligence del Regno Unito), ha tolto ogni dubbio sul fatto che il prossimo leader possa essere un liberale, anzi, sarebbe un putiniano doc.

"Non credo significherebbe buoni rapporti con l'Occidente, ma almeno potremmo avere un negoziato in cui potrebbero affermare di non aver perso la faccia a causa della colpa che darebbero al precedente leader". Steel è stato a capo dell'intelligence dal 2006 al 2009, adesso dirige una sua agenzia privata.

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