Elezioni Usa, a che punto siamo coi risultati?

Stato per Stato facciamo il punto della situazione sul conteggio dei voti e dei Grandi elettori negli Stati Uniti dopo il voto del 3 novembre. Per essere eletti presidenti, lo ricordiamo, occorrono 270 grandi elettori

Elezioni Usa, a che punto siamo coi risultati?

Chi ha vinto le elezioni negli Stati Uniti? La domanda se la pongono tutti, nel mondo, ma per avere la risposta occorre aspettare. Sino ad ora Joe Biden ha ottenuto 253 grandi elettori, mentre Donald Trump ne ha 213: per vincere bisogna raggiungere quota 270. La sfida è ancora aperta in sei stati, dove il divario tra i due candidati è troppo piccolo (too close to call) per assegnare la vittoria a uno o all'altro. Vediamo quali sono questi stati e, tra parentesi, quandi grandi elettori assegnano: Alaska (3), Arizona (11), Georgia (16), Nevada (6), North Carolina (15) e Pennsylvania (20).

La situazione in Georgia al momento (96% schede conteggiate) è questa: Trump 49,6%, Biden 49,2%. La differenza, tra i due, è di 18.540 voti. In Nevada (86% schede conteggiate) Biden è in vantaggio con il 49,3% (contro il 48,7%), con uno scarto tra i due di 7.647 voti.

In North Carolina (conteggio 95%) Trump è al primo posto con il 50,1% (contro il 48,7%), lo scarto è di 76.737 voti a favore del presidente. Vediamo ora i grandi stati della cosiddetta Rust Belt. Wisconsin e Michigan assegnati a Biden, Pennsylvania a Trump. Ora i numeri. In Wisconsin (98% conteggio) Biden è al 49,4% contro il 48,8% di Trump. Lo scarto è di 20.510 voti. Nel Michigan (98% conteggio) Biden guida la corsa con il 50,4% contro il 48% di Trump. Lo scarto, in questo caso, è pari a 134.624 voti a favore del democratico. In Pennsylvania (89% conteggio) Trump è avanti con il 50,7% contro il 48,1% di Biden: la differenza è di 164.414 voti. In Alaska (conteggio 56%) troviamo lo scarto maggiore tra i due sfidanti: Trump è in testa con il 62,9%, Biden segue al 33%. Lo scarto in questo caso è di 51.382 voti.

In Arizona (conteggio 86%) Biden è avanti con il 50,5% (contro il 48,1%): la differenza è di 68.390 voti. L'agenzia Ap ha assegnato la vittoria a Biden sostenendo che non ci siano abbastanza voti da contare per un recupero da parte del presidente. La campagna elettorale di Trump ha annunciato battaglia, sostenendo che mancano ancora i voti rurali (pro-Trump). Con l’Arizona Biden arriva a quota 264 grandi elettori, a soli sei seggi dalla vittoria.

Molti si stupiscono per la lentezza dei conteggi in alcuni stati, sospettando che dietro vi possa essere qualcosa di strano o la possibilità di veri e propri brogli. Vediamo ad esempio lo stato del Nevada, dove siamo fermi all'86% del conteggio dei voti. I numeri fino ad ora comunicati si riferiscono ai voti al seggio e quelli effettuati per posta giunti il 2 novembre. Devono ancora essere conteggiati quelli arrivati dopo (aggiornamento previsto la mattina del 5 novembre (ora locale). Il voto per posta in Nevada poteva essere spedito fino alle ore 19 del 3 novembre, e per conteggiarlo ci sono sette giorni di tempo (il limite temporale massimo, dunque, è il 10 novembre). In North Carolina Trump ha rivendicato la vittoria e annunciato azioni legali davanti alla Corte suprema, mentre nello Stato le schede inviate entro il 3 novembre possono essere conteggiate sino al 12 novembre. In Pennsylvania nel pomeriggio di mercoledì restava un milione di voti da conteggiare, dopo che Trump con un vantaggio di 675mila preferenze si era attribuito la vittoria (lo scarto si è ridotto, come abbiamo visto sopra, a 164.414 voti). Lo spoglio dei voti postali potrebbe proseguire per giorni.

A creare questa forte incertezza sicuramente è stato il massiccio ricorso al voto anticipato per posta da parte degli americani, anche (ma non solo) a causa del Covid. Il motivo ha a che fare con una situazione che non si era mai verificata, negli Stati Uniti: quasi 102 milioni di persone hanno votato prima del giorno delle elezioni, cioè del 3 novembre. Perché? Per evitare l’assembramento ai seggi, visto che ci stiamo muovendo in una situazione che non si verificava da decenni, nel mondo: una pandemia, quella da Covid. E come hanno votato, prima del giorno delle elezioni? In due modi: sfruttando l’apertura anticipata dei seggi (lo hanno fatto sia Trump sia Biden: votando in presenza, ma in anticipo) o usando il voto per posta. Lo hanno fatto milioni di cittadini negli Stati Uniti: e non era mai accaduto che arrivassero, per posta, così tanti voti.

Ora, il voto per posta ha alcune peculiarità: ogni stato, infatti, utilizza propri criteri per conteggiare i voti ed anche limiti temporali differenti per lo spoglio. Trump ha sempre puntato il dito contro i rischi di una maxi frode proprio attraverso i voti per posta. Le criticità del meccanismo, del resto, erano note a tutti. Probabile che ci siano diversi ricorsi per vie legali, come già preannunciato in Michigan, Georgia, Nevada e Pennsylvania. Il contenzioso, a colpi di riconteggi e cause legali nei tribunali locali e federali, potrebbe durare settimane. Nel 2000 il clamoroso caso della Florida, si risolse davanti alla Corte Suprema il 12 dicembre. Potrebbe anche andare peggio e, in caso di mancata ratifica del risultato nei tempi utili, la palla passerebbe al Congresso, sulla base di quanto previsto dal XII emendamento.

Il presidente viene scelto dalla Camera ma la votazione avviene per Stati: i rappresentanti di uno stesso Stato hanno un solo voto. Un secondo ballottaggio per la scelta del vicepresidente si tiene al Senato, con un voto per ogni senatore.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica