È "una specie di patto tacito e diabolico", un'intesa per la quale l'Unione Europea si impegna a essere "silente su quello che succede in Turchia", purché il Paese tenga fede alla sua metà dell'accordo sui migranti.
A parlare, alla Stampa, è Emma Bonino, che punta il dito contro un'Europa di leader "così supllicanti" che non vogliono "nemmeno sapere cosa ne fa la Turchia di questi migranti" e accusa di un atteggiamento ambiguo anche il presidente turco, pronto a tuonare contro la Germania per il riconoscimento del genocidio armeno, ma con ben altro in testa.
Non è la questione armena a preoccupare Erdogan, dice la Bonino, ma piuttosto riuscire a portare a termine "la riforma presidenziale che gli darebbe pieni poteri" e ridurrebbe ulteriormente il già scarso potere delle opposizioni.
Un obiettivo chiaro e ribadito a più riprese dal nuovo premier turco, Binali Yildirim, poco più che una pedina di Erdogan, per arrivare al quale il Presidente è pronto a eliminare l'opposizione filo-curda, con la cancellazione dell'immunità politica già approvata dal parlamento e una ridda
di cause pronte ad abbattersi su di lUna situazione sempre meno democratica che difficilmente l'Europa potrà arginare, perché "quando ci si pone come supplicanti in ginocchio si perde qualunque leva politica".
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