“La madre della politica è la necessità”. È con questo adagio che Aleksej Pushkov, senatore, giornalista e presidente della Commissione del Consiglio federale sulla politica dell'Informazione, spiega il futuro delle relazioni tra Russia ed Unione Europea alla vigilia della visita di Vladimir Putin a Roma.
Il capo del Cremlino arriva nella Capitale dopo la riammissione di Mosca al Consiglio d’Europa, accompagnato da ministri, banchieri e uomini d’affari, per concludere una serie di accordi governativi e commerciali nei settori più disparati, dall’istruzione, al turismo. Negli incontri al vertice si parlerà di Libia, Siria, Ucraina, Iran, ma a fare la parte del leone ci saranno le questioni economiche. L’obiettivo è riportare l’interscambio tra i due Paesi ai livelli del 2013. Da parte sua il premier italiano Giuseppe Conte ha promesso che l’Italia lavorerà “per coinvolgere tutte le parti in un dialogo costruttivo” e superare le sanzioni.
In questo senso il ritorno della delegazione russa al Palazzo d’Europa rappresenta un “game changer”. Ne è convinto Pushkov, che definisce il rientro della Russia nell’organizzazione “l’inizio della fine della contrapposizione fra Unione europea e Federazione Russa”. Le buone relazioni con Roma, infatti, non sono un caso isolato. “Abbiamo contatti regolari con ministri e rappresentanti politici della Finlandia, dell’Ungheria, con il presidente Emmanuel Macron e con la stessa cancelliera Merkel”, assicura il senatore russo in una conferenza stampa al Centro Russo di Scienza e Cultura di Roma. Poco importa quindi se le personalità elette alla guida dell’Ue manterranno un approccio “mainstream”. L’Europa ormai è stanca di questa “contrapposizione politica voluta dagli Usa” che Pushkov definisce “artificiosa e inutile”.
Per questo gli Stati membri dell’organismo che promuove la democrazia, i diritti umani e l'identità culturale europea, hanno deciso di riammettere la Russia nonostante l’ostruzionismo di Kiev. “Le sanzioni rimarranno, certo – spiega il politico - ma se tre o quattro anni fa l’Ue diceva che il ripristino della sovranità Ucraina era fondamentale, ora dicono che l’Ucraina è importante, ma che anche le relazioni con la Russia lo sono”. “Questo vuol dire – prosegue Pushkov - che stiamo andando verso un superamento della crisi”. “Il processo sarà lento – scommette il senatore - ma andrà in questa direzione, e questo indipendentemente da chi guiderà le istituzioni dell’Ue”.
“Anche Stalin si è alleato con Churchill per combattere Hitler e nessuno lo avrebbe immaginato”, spiega Pushkov. Ad impersonare il cattivo, nel caso specifico, è la Cina: la prima economia mondiale che con la nuova Via della Seta punta ad espandersi in Europa e in Asia Centrale. E se gli Stati Uniti di Donald Trump sono impegnati a salvaguardare i propri interessi, l’unico modo per arginare la concorrenza del dragone, secondo l’esperto, è un asse tra Europa e Russia. Una saldatura che spaventa anche Washington e che rappresenta un mercato da “600 milioni di consumatori”. “Non proprio il miliardo e mezzo della Cina, ma è molto”, sottolinea Pushkov, che mette in guardia sul gigante cinese.
“Quando un Paese ha un sogno egemonico - avverte - tende ad assumere i suoi aspetti più negativi”. La scelta, quindi, è tra aprirsi al dialogo o continuare un “boicottaggio economico e politico” nei confronti di Mosca che “porterà la Cina ad assumere sempre più potere sul tavolo economico globale”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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