Francia, altro che "Liberté". Così Macron censura il dissenso

Le ultime leggi in Francia minacciano sanzioni molto dur econtro le fake news, eliminano account di dissenso e autorizzano i giudici a un giro di vite sui manifestanti

Francia, altro che "Liberté". Così Macron censura il dissenso

La Francia non è un Paese per giornalisti e manifestanti. O almeno così sembra. Da una parte, i reporter di Bfm Tv hanno denunciato aggressioni per mano dei gilet gialli. Dall'altra parte, come spiega La Verità, "il potere politico è intervenuto per chiedere 'correzioni' o la rimozione di informazioni da internet e dai social network".

Il caso che ha fatto scoppiare lo scandalo è del 14 dicembre scorso, quando un certo Philippe Petit, che molto probabilmente è uno pseudonimo, ha pubblicato un fotomontaggio sul suo profilo di Google+. In una foto del 1973 che raffigurava Augusto Pinochet insieme ad alcuni ufficiali, l'account aveva messo i volti del presidente Emmanuel Macron, del premier Edouard Philippe e del ministro dell' Interno Christophe Castaner. Uno "scherzo" che non è piaciuto per niente al governo francese, tanto che, come spiega La Verità, "l'ufficio centrale di lotta alla criminalità informatica (Oclctic) ha chiesto a Google la rimozione dell' immagine".

Insomma, l'ufficio che dovrebbe trattare di criminalità informatica molto grave, dalla pedo-pornografia al terrorismo, ora ha un nuovo obiettivo: l'eliminazione del dissenso. Un giorno dopo dopo la pubblicazione del fotomontaggio, un altro episodio strano, questa volta nell'edizione delle 19 del telegiornale di France 3. "In un fermo immagine, relativo alla manifestazione dei gilet gialli di quel giorno, il tg ha mostrato un cartellone censurato. Un manifestante ci aveva scritto 'Macron sparisci', ma in tv si è visto solo 'Macron'. Fortunatamente un fotografo della France Presse aveva immortalato la scritta prima della 'correzione'". Ma non si tratta di casi sporadici. Il 14 giugno, il canale Youtube Tv Liberté, legato alla destra sovranista, è stato disattivato inspiegabilmente dal social. Mentre la versione francese di Russia Today non ha avuto alcun accredito per la stampa per un anno.

E la Francia di Macron ha deciso di intraprendere una via molto dura nei confronti dell'informazione. Il Parlamento, nel 2018, ha approvato una legge contro le fake news per la quale, nel periodo elettorale, il Consiglio superiore audiovisivo (Csa) potrà interrompere le trasmissioni di canali controllati "da uno Stato straniero" o influenzati dall'estero. Questo qualora desse notizie "palesemente false".

E c'è una nuova legge che spaventa. Didier Maïsto, presidente dell' emittente Sud Radio, ha lanciato l'allarme a La Verità: "In Francia, ci sono persone che hanno soldi e tempo per guardare e ascoltare quasi tutto ciò che viene trasmesso dai canali televisivi o le emittenti radiofoniche. Se ritengono che in una trasmissione siano state dette o mostrate cose inappropriate, inviano una segnalazione al Csa. Questa istituzione effettua delle verifiche e poi chiede conto all'emittente. Può emettere un semplice avvertimento, oppure comminare delle multe che possono arrivare anche a diversi milioni di euro". Per esempio Maïsto rivela che "non si può parlare di matrimonio tra persone dello stesso sesso, perché si rischia di essere accusati di omofobia".

Ma il controllo riguarda anche le manifestazioni.

La Procura di Parigi ha invitato i giudici a "mantenere preferibilmente" una persona sul registro dei precedenti giudiziari "anche se i fatti non sono costituiti". E ha chiesto chei fermi cessino solo "il sabato sera o la domenica mattina per evitare che gli interessati vadano nuovamente ad ingrossare le fila dei disturbatori".

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