Francia, il fisco potrà setacciare i profili social dei contribuenti per scovare gli evasori

La norma che autorizza gli agenti del fisco a ispezionare i profili social dei cittadini è stata giudicata compatibile con la Costituzione transalpina

Francia, il fisco potrà setacciare i profili social dei contribuenti per scovare gli evasori

Le autorità francesi potranno da oggi in poi scandagliare i profili social dei contribuenti per rinvenire informazioni rivelatrici di eventuali evasioni fiscali.

A dare il via libera a tale nuova frontiera della lotta alle frodi tributarie è stata una decisione del Consiglio costituzionale di Parigi, adottata lo scorso 27 dicembre. Il verdetto ha appunto sancito la compatibilità con la Carta fondamentale transalpina delle nuove norme anti-evasione presenti nella bozza di legge finanziaria per il 2020 messa a punto dal governo Macron.

Tale pronuncia dell’organo giudiziario, spiega The Independent, ha accordato ai funzionari del fisco e delle dogane di setacciare i contenuti di pubblico dominio postati sul web dagli internauti, comprese le foto, al fine di rinvenire dettagli utili a scoprire contribuenti infedeli. Le bacheche e i contenuti social muniti dagli utenti di password saranno invece risparmiati dalle ispezioni condotte su Internet dalle autorità finanziarie, per rispetto del diritto dei singoli alla riservatezza.

Il Consiglio costituzionale, riporta la testata inglese, ha quindi esortato governo e parlamento a vigilare sull’esercizio, da parte degli ufficiali del fisco, del nuovo potere anti-evasione, affinché i dati raccolti dagli ufficiali delle Entrate vengano effettivamente impiegati nella lotta contro le frodi tributarie. I magistrati hanno inoltre stabilito che la facoltà delle istituzioni di passare al setaccio i profili social dei cittadini dovrà, dopo tre anni di applicazione, essere oggetto di una rigorosa valutazione dei risultati conseguiti, così da decidere se continuare o no ad accordarla ai funzionari statali.

Il verdetto dell’organo giudiziario, riferisce lo stesso quotidiano, è stato accolto con soddisfazione da Gerald Darmanin, ministro dei Conti pubblici nell’esecutivo

Macron, che ha affermato: “Il Consiglio costituzionale ha appena riconosciuto che la nostra riforma non contrasta con i principi supremi dell’ordinamento. Adesso abbiamo un’arma in più contro le frodi al fisco”.

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