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Tolta all'Isis la città di Tal Abyad. Un valico in meno per i jihadisti

Curdi e ribelli controllano ora la zona al confine tra Siria e Turchia. Un vicino scomodo per Erdogan

Un soldato turco scruta la bandiera del Ypg che sventola a Tal Abyad
Un soldato turco scruta la bandiera del Ypg che sventola a Tal Abyad

L'ultimo assalto a Tal Abyad si è concluso con l'ingresso in città delle milizie curde e delle brigate ribelli, che da ieri controllano un'area che da quasi un anno e mezzo era nelle mani degli uomini del sedicente Stato islamico.

Da alcuni giorni, nell'area al confine tra la Siria e la Tuchia, le difese dell'Isis erano sul punto di cadere, grazie all'avanzata dei siriani e al supporto garantito dall'alto dagli aerei della coalizione.

In migliaia i profughi si erano affollati verso il valico, oltre il quale si trova la città di Akçakale, solo per essere rispediti indietro. Il passaggio era poi stato riaperto. Negli ultimi dieci giorni sarebbero già 23.000 i siriani che hanno cercato rifugio oltre frontiera.

Le bandiere gialle dei curdi e quella a tre stelle dei rivoluzionari siriani sventolano ora dove da mesi erano issati i vessilli neri degli uomini di al-Baghdadi. Un successo soprattutto per il Ypg/Ypj, che con la conquista dell'area di Tal Abyad riesce nei fatti a unire i due cantoni di Kobane, a ovest, e di Cezire, a est.

I fatti degli ultimi giorni non sono un motivo per cui rallegrarsi per Erdogan, preoccupato dai legami tra i curdi siriani e il Pkk turco. Lo ha ribadito oggi il vice primo ministro turco Bulent Arinc, mettendo l'accento sulle ambizioni dei curdi siriani, che ora controllano di fatto un lungo tratto di territorio che dall'estremità nord-orientale della Siria arriva fino a Tal Abyad.

A riprova delle differenze che esistono tra le diverse formazioni in armi in Siria, un gruppo di quindici sigle ribelli ha firmato ieri un duro comunicato, in cui accusa le milizie curde di essersi lasciate andare ad atti di pulizia etnica nelle aree abitate da arabi e turcomanni. La smentita del portavoce curdo è stata altrettanto netta e al momento non sono emerse testimonianze che permettano di dare ragione a uno o all'altra partito.

Che la zona di Tal Abyad sia nelle mani dei ribelli e dei curdi significa per le forze che si oppongono all'Isis la possibilità di chiudere una via di approvvigionamento che dal confine porta fino a Raqqa, la capitale siriana del sedicente Stato islamico. Se il valico ufficiale era sbarrato, nei paraggi il passaggio di uomini e merci non si è mai arrestato. Dovranno ora dirottare i traffici a Jarablus, molto più a ovest, dove controllano un lato della frontiera.

Dopo l'ingresso a Tal Abyad e la fuga dell'Isis sarà ora necessario bonificare la città. Il portavoce del Burkan al-Furat (Vulcano dell'Eufrate), il comando dell'Esercito siriano libero che agisce di concerto con i curdi, ha detto al quotidiano turco Hurriyet che il rischio maggiore è rappresentato dalle mine e dalle autobomba che i jihadisti si sono lasciati alle spalle. Per le strade ci sono ancora i cadaveri di molti uomini.

@ACortellari

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