Guerra in Ucraina

Proteste, arresti e arruolamento dei manifestanti: scoppia la rabbia contro Putin

Code alle frontiere con la Finlandia, proteste nelle principali città: la Russia si è risvegliata con parte della popolazione contraria alla mobilitazione

Proteste, arresti e arruolamento dei manifestanti: scoppia la rabbia contro Putin

Ieri l'attenzione è stata concentrata sull'impennata di vendita di biglietti aerei per i voli da Mosca a Istanbul e verso altre città in cui le compagnie russe possono ancora circolare. Oggi il simbolo di una progressiva partenza dalla federazione russa di gente timorosa di essere coinvolta nella mobilitazione, annunciata mercoledì da Putin, è rappresentato dalle code ai valichi di frontiera con la Finlandia.

Ma le partenze di giovani dal Paese sono soltanto uno dei sintomi dell'insofferenza popolare alle dichiarazioni di ieri del presidente russo. In molte città ci sono state anche proteste e scontri, culminati con arresti e con arruolamenti dei manifestanti, giudicati legittimi alcune ore fa dal Cremlino dopo la denuncia fatta da alcuni media occidentali.

Code lungo la frontiera con la Finlandia dopo il discorso di Putin

Anche consultando Google Traffic è possibile notare delle “anomalie” nel sud est della Finlandia. Nel bel mezzo del “verde” che indica circolazione scorrevole nelle strade finlandesi, nell'angolo più a sud del Paese spunta invece una colorazione rossa e rosso scura. Vuol dire cioè che qui il traffico è molto lento, per non dire bloccato.

La zona in questione corrisponde con l'autostrada che attraversa il territorio di Vaalima e arriva al posto di frontiera con la Russia. È segno di come in queste ore lungo il confine tra Finlandia e federazione russa ci sono parecchie code. Guardando la mappa, anche dall'altro lato della frontiera il traffico sembra elevato, con molte macchine segnalate tra Torfyanovka, ultima località russa prima del confine, e i posti di guardia.

In un confine così importante e al contempo delicato ogni giorno ci sono diversi passaggi di mezzi, camion o singoli cittadini privati. Specialmente poi da quando la Finlandia è rimasta di fatto l'unico Paese in Europa a non creare molti ostacoli con i visti ai russi per il transito via terra nel Vecchio Continente.

Ma da ieri il traffico è aumentato a vista d'occhio. Lo ha confermato, con diversi aggiornamenti sul proprio canale Twitter, Matti Pitkäniitty. Quest'ultimo è capo dell'unità di cooperazione internazionale della Guardia di Frontiera finlandese. “Il traffico al confine finlandese-russoha scritto nel suo ultimo aggiornamentosi è intensificato durante la notte. Ieri 4.824 russi sono arrivati in Finlandia attraverso il confine orientale. La scorsa settimana di mercoledì erano stati 3.133. Il numero di ieri è inferiore al normale fine settimana”.

Non cifre da esodo, ma comunque in costante aumento. E anche oggi, hanno fatto notare diversi media locali, si attendono ulteriori picchi. La situazione per il momento è sotto controllo. “Il traffico è in costante incremento rispetto alle settimane scorsesi legge in una nota delle Guardie di Frontiera di Helsinkima rimane ridotto rispetto ai livelli pre pandemia. Le nostre risorse sono sufficienti a fronteggiare la situazione”.

L'incremento di cui si parla ha suscitato clamore in quanto ricollegabile all'aumento delle vendite di biglietti aerei per i voli dalla Russia riscontrato già ieri. Trovare posti per Istanbul, Belgrado, Yerevan, Dubai e Doha, da qui a metà ottobre, è quasi impossibile. Segno di come c'è una fetta di popolazione che sta cercando di andare via dalla Russia.

Le proteste di piazza

Sempre ieri si sono riviste diverse manifestazioni, specie nelle grandi città russe. A Mosca, in particolare, alcuni gruppi di cittadini hanno protestato contro la mobilitazione. Nella capitale russa non si vedevano manifestanti dalla prima settimana di guerra in Ucraina. In alcuni casi ci sono stati anche scontri con feriti. Diverse in tal senso le immagini circolate specialmente su Twitter e Telegram.

Per molti cittadini è scattato l'arresto, per altri invece l'arruolamento. Quello che fino a ieri sera sembrava una minaccia, oggi invece pare realtà. La Bbc aveva denunciato nelle scorse ore infatti l'arruolamento forzato di gente fermata in piazza. “Ma è tutto legale – hanno tirato dritto dal Cremlino tramite una dichiarazione del portavoce Dmitry Peskov – è legittimo arruolare chi manifesta”.

L'impressione però è che il governo russo una reazione del genere l'aveva già messa in conto. Del resto se Putin ha parlato solo di mobilitazione parziale è proprio perché ben consapevole di non avere molti cittadini favorevoli alla mobilitazione generale. Anche alcuni sondaggi degli ultimi giorni hanno confermato questa situazione: a fronte di un 70% di cittadini ancora d'accordo con l'operazione in Ucraina e di una popolarità di Putin arrivata all'80%, solo il 3% invece si è detto pronto ad andare a combattere.

E buona parte di coloro che sono contrari a imbracciare le armi sono giovani, gli stessi cioè che dovrebbero essere i primi a ricevere le lettere di convocazione.

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