"A giugno faremo la richiesta". Perché la Svezia può scatenare l'inferno dello Zar

Si preannuncia una primavera calda per i parlamenti di Svezia e Finlandia, chiamati a discutere di un'eventuale adesione alla Nato

"A giugno faremo la richiesta". Perché la Svezia può scatenare l'inferno dello Zar

Finlandia e Svezia starebbero valutando l'ipotesi di un ingresso nella Nato prima dell'estate. Stando a quanto dichiarato, riporta il Times, da non ben precisati funzionari statunitensi, tale adesione sarebbe stata un "argomento di conversazione e sessioni multiple" nato nell'ambito dei colloqui tra ministri degli esteri dei paesi aderenti all'allenaza atlantica avvenuti la scorsa settimana. Colloqui, pare, a cui avrebbero partecipato anche Finlandia e Svezia.

Finlandia

La Finlandia, che già in due occasioni ha inviato armi per sostenere i militari ucraini, sarebbe più avanti con le trattative, da definire nelle prossime settimane e presumibilmente entro fine giugno. In teoria della questione dovrebbe occuparsi il parlamento, chiamato a discutere dell'eventuale candidatura e di conseguenza anche di una netta revisione strategica. Si preannuncia un lungo e acceso dibattito, così come dovrebbe avvenire poco dopo anche per la Svezia, pure se il premier finlandese Sanna Marin minimizza."Avremo discussioni molto approfondite ma non ci prenderemo più tempo del necessario", ha annunciato venerdì scorso il primo ministro. Anche l'ex premier Alexander Stubb è convinto del fatto che tutto si concluderà con l'adesione entro e non oltre il mese di giugno. Perché ciò accada, tuttavia, è necessario presentare la candidatura almeno entro fine maggio. In effetti, ha ricordato il ministro degli Esteri Pekka Haavisto, i tempi potrebbero essere già stretti, dato che ad esempio la Macedonia, ultimo stato a entrare nella Nato, ha avuto bisogno di ben 13 mesi prima di finalizzare l'ingresso.

Tutto dipenderà dai tempi di dibattito in parlamento, all'interno del quale sono numerose, anche se il governo tende a minimizzare, le voci discordanti. Per far leva su quanti ancora non hanno mostrato la stessa sicurezza del premier e dei partiti che lo supportano, si diffonde lo spauracchio della minaccia russa. Un argomento che non fa presa su tutto il consesso, dato che, ad esempio, per il parlamentare dell'Alleanza di sinistra Markus Mustajarvi, essere rimasti fuori dalla Nato ha portato dei benefici, conferendo "stabilità a tutto il Nord Europa".

Svezia

La Svezia e l'Europa si trovano in un "momento storico", dato che "c'è un prima e un dopo il 24 febbraio", ha dichiarato invece il premier svedese Magdalena Andersson. "Dobbiamo capire cosa sia meglio per la Svezia nel contesto di sicurezza che è cambiato", ha proseguito, spiegando che la questione di un'eventuale adesione alla Nato verrà discussa in parlamento ma senza alcuna fretta. I legami tra Svezia e Finlandia "si sono rafforzati dopo l'invasione dell'Ucraina", ha precisato Andersson. "Chiaramente dobbiamo discutere varie opzioni, conosciamo i rischi delle scelte", ha dovuto constatare davanti ai microfoni il premier. "Siamo indipendenti nelle decisioni", ha concluso.

La risposta russa

Un eventuale ulteriore allargamento della Nato non sarà un elemento di maggiore sicurezza per il continente europeo, ha commentato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Le dichiarazioni di alcuni esponenti politici sulla necessità che Svezia e Finlandia aderiscano all'alleanza atlantica sono "stupide ed infondate", ha affondato invece la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova durante un intervento su "Sputnik".

Affermazioni che non si basano su fatti concreti, ma che sono solo propagandistiche e provocatorie, prosegue Zakharova, e che non soddisfano gli interessi dei popoli dei due Paesi scandinavi, ma solo quelli della Nato, peraltro sotto precisa spinta degli Stati Uniti.

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