Greta Thunberg, chi è e chi c'è dietro

Dal primo sciopero per il clima dell'agosto 2018 al ruolo controverso di Ingmar Rentzhog fino agli incontri Barack Obama e con i potenti della terra: ecco chi è davvero Greta Thunberg

Greta Thunberg, chi è e chi c'è dietro

In poco più di un anno Greta Thunberg ha scalato il mondo. Dal primo sciopero per il clima dell'agosto 2018, la sedicenne svedese attivista per il clima di strada ne ha fatta parecchia: dal Forum Economico di Davos all'Onu passando agli incontri con i leader del pianeta, da Angela Merkel a Barack Obama, Greta Thunberg è ora il simbolo del nuovo "populismo" ambientalista. I suoi sostenitori in tutto il mondo la idolatrano in maniera quasi mistica quasi fosse un capo di una nuova religione millenaristica dai tratti apocalittici: le sue dichiarazioni diventano precetti indiscutibili e chi osa criticarla - anche scienziati ben più autorevoli di lei - finisce sulla blacklist dei "cattivi".

Ieri Greta Thunberg ha dato il via al corteo di Montreal, in Canada, con un appello al premier canadese Justin Trudeau e ai leader del mondo a fare di più per l'ambiente, nell'ambito della nuova giornata di sciopero mondiale per il clima. La 16enne diventata icona delle proteste contro il cambiamento climatico ha incontrato Trudeau per un faccia a faccia nella mattinata locale e, durante una conferenza stampa prima della manifestazione, ha dichiarato che lui "non fa abbastanza" sforzi per l'ambiente, sottolineando tuttavia che non vuole "prendere di mira dei singoli" ma "concentrarsi su una visione d'insieme perché è più facile criticare una sola persona". "Il mio messaggio ai politici del mondo intero è lo stesso: ascoltate e agite in funzione di ciò che dice la scienza", ha ripetuto ancora una volta.

Quello di ieri era il giorno della terza edizione dei 'Fridays for future, il movimento nato sull'onda del clamore sollevato dalla 16enne attivista svedese. È da circa un anno che i ragazzi scendono in piazza per lo 'Sciopero globalè contro l'inerzia dei grandi del mondo verso i cambiamenti climatici, e cortei e sit-in erano in programma proprio in oltre 170 località italiane e in diversi Paesi. Ma come nasce il fenomeno Greta?

Ecco chi tira le fila del fenomeno Greta Thunberg

La storia di Greta Thunberg inizia il 20 agosto 2018. Ingmar Rentzhog, che è fondatore della start-up WeDonotHaveTime, incontra Greta di fronte al Parlamento svedese e pubblica un post commovente sulla sua pagina Facebook. Siamo al primo giorno dello sciopero iniziato da Greta. Per capire chi è Ingmar Rentzhog occorre fare un altro passo indietro. Nel maggio 2018, è stato assunto come presidente e direttore del think tank Global Utmaning, che promuove lo sviluppo sostenibile e si dichiara “politicamente indipendente”. Sarà, ma il suo fondatore è nientemeno che Kristina Persson, figlia del miliardario ed ex ministro socialdemocratico dello sviluppo strategico e della cooperazione tra il 2014 e il 2016. Attraverso l’analisi dei tweet del think tank, si deduce un forte impegno politico alla vigilia delle elezioni europee, a favore di un’alleanza che andrebbe dai socialdemocratici alla destra svedese. I nemici sono i “nazionalismi” che emergono ovunque in Europa e nel mondo.

Ma torniamo alla start up. We Do not Have Time, infatti, è decollata proprio grazie a Greta. Il 24 novembre Rentzhog la nomina nel board. Solo tre giorni dopo, la start up lancia una campagna di crowfunding per 30 milioni di corone svedesi (circa 2,8 milioni di euro). Greta è nominata ovunque. Lo stesso Ingmar Rentzhog si vanta di “aver scoperto” la ragazza ma nega, in seguito di averne sfruttato l’immagine per raccogliere denaro, pur sostenendo di "aver avuto un ruolo centrale nella crescita della sua popolarità". Il quotidiano svedese Svenska Dagbladet lo incalza e accusa la start up di aver sfruttato la ragazza affetta dalla sindrome di Asperger e la sua battaglia per il clima per mero tornaconto personale. Dal canto loro, i genitori sostengono che la battaglia di Greta è assolutamente genuina e sincera ma non smentiscono affatto i rapporti con Rentzhog e il suo entourage. Secondo Weltwoche, la madre di Greta, la cantante Malena Ernman, avrebbe confermato che l’attivista ambientalista Bo Thorén aveva reclutato sua figlia. Thorén è membro del consiglio di amministrazione di Fossilfritt Dalsland ed è un rinomato rappresentante del movimento ambientalista internazionale Extinction Rebellion.

In barca con Pierre Casiraghi

L'ispiratrice del movimento dei Fridays for Future ha preferito Malizia II, lo yacht da regata capitanato dal marinaio tedesco Boris Herrmann e Pierre Casiraghi di Monaco, a un più rapido e comodo viaggio in aereo per arrivare all'Onu, dove ha parlato qualche giorno fa. Decisione presa perché, ha spiegato la sedicenne, i voli emettono troppa CO2. L'imbarcazione scelta, invece, è "zero emissionì": solo energia da fonti rinnovabili, garantita da pannelli solari e turbine sottomarine. Sul Malizia II non ci sono le docce né i servizi igienici: le persone a bordo devono usare un secchio. Greta è partita da Plymouth il 14 agosto ed è arrivata negli Usa il 28 agosto scorso.

In questo articolo abbiamo rilevato come i Casiraghi, che sostengono Greta nella scelta di evitare l'aereo per non inquinare, figurano tra i proprietari della compagnia Monacair - Monaco Helicopter Charter Company. Monacair è stata fondata nel 1988 da Stefano Casiraghi, e tra gli azionisti figurano proprio Pierre e Andrea Casiraghi. Gli elicotteri della compagnia monegasca decollano ogni 15 minuti da Nizza o da Monaco, per un totale di 50 voli al giorno durante tutto l'anno, con buona pace delle emissioni di CO2.

L'incontro con Barck Obama

Per diventare a tutti gli effetti la beniamina della sinistra chic globale a Greta Thunberg mancava soltanto la benedizione di Barack Obama. L'attivista svedese per il clima ha incontrato l'ex Presidente degli Stati Uniti a Washington Dc: "A soli 16 anni Greta Thunberg è già tra i più grandi difensori del nostro pianeta. Riconoscendo che sarà la sua generazione a dover gestire i danni del cambiamento climatico, non ha paura di spingere per una vera azione" ha sottolineato Obama su Twitter, pubblicando una foto mentre stringe la mano a Greta. "Lei incarna la nostra visione alla Fondazione Obama – ha aggiunto l’ex presidente -un futuro delineato da giovani leader come lei".

Lo show di Greta all'Onu

All'Onu, la sedicenne svedese è stata protagonista di un vero e proprio show che ha fatto il giro del mondo. Greta ha attaccato duramente i leader mondiali che partecipano al Climate Summit in corso al Palazzo di Vetro. "Venite da noi giovani per avere speranza. Come osate? Avete rubato i miei sogni e la mia infanzia con le vostre parole vuote, eppure sono uno delle più fortunate", ha sottolineato la Thunberg, ricordando che "persone stanno soffrendo, stanno morendo, interi ecosistemi stanno crollando". Greta Thunberg ha poi proseguito il suo intervendo visibilmente emozionata e in lacrime. L'attivista ha sottolineato: "Abbiamo mostrato che siamo uniti, e che noi giovani siamo inarrestabili", parlando a fianco del segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, e dando il via al Youth Climate Summit all'Onu, con un riferimento alle "milioni di persone in tutto il mondo, soprattutto giovani", che "ieri hanno marciato e chiesto vere azioni sul clima".

Gli scienziati contro il "gretismo"

Mentre la celebrità di Greta è alle stelle, nell'indifferenza generale 500 scienziati di tutto il mondo hanno inviato al segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, una lettera contro l’allarmismo climatico. Lanciata da Guus Berkhout, geofisico e professore emerito presso l’Università dell’Aja, l’iniziativa è il risultato di una collaborazione tra scienziati e associazioni di 13 Paesi. Pubblicato in un momento in cui l’agenda internazionale pone il clima in cima alla lista delle preoccupazioni, questa “Dichiarazione europea sul clima” ha lo scopo di far sapere che non c’è urgenza né crisi irrimediabile. Come spiegano gli studiosi, il clima varia da quando esiste il pianeta con fasi naturali fredde e calde. “La piccola era glaciale si è conclusa solo di recente, intorno al 1850, quindi non sorprende che oggi stiamo vivendo un periodo di riscaldamento”. Il caldo, intanto, cresce con un ritmo inferiore alla metà di quanto era stato inizialmente previsto e meno della metà di ciò che ci si poteva aspettare. Ma il dibattito sui media è inesistente e prevale la narrativa climaticamente corretta, nuova ideologia dominante.

Con un enfasi missionaria, ieri in Canada Greta ha detto: "ll mio messaggio ai politici del mondo intero è lo stesso: ascoltate e agite in funzione

di ciò che dice la scienza". Ma quella di Greta Thunberg non è "scienza" ma una fede che ha dato vita a un fenomeno populista su scala globale. E lei è la perfetta sacerdotessa della nuova demagogia eco-chic.

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