Le tribù che furono fedeli a Muammar Gheddafi sono sempre più vicine all'Isis. Alla base della scelta ci sarebbe, secondo gli analisti, la voglia di riscatto e vendetta contro le milizie rivoluzionarie nate al tempo della guerra nel 2011 e i Paesi Nato che furono loro alleati. La storia dunque si ripete. La stessa cosa avvenne, come ricorda ilCorriere, con l’adesione dei sunniti baathisti iracheni prima ad Al Qaeda, negli anni seguenti l’invasione americana del 2003, e poi ad Isis. La stampa libica segnala, in queste settimane, che al momento sarebbero almeno 2.500 i combattenti di Isis a tempo pieno schierati nella regione di Sirte e sulla fascia costiera con i terminali petroliferi, verso Bengasi. Di questi il 70 per cento sarebbero volontari di Isis arrivati da Siria, Iraq, Tunisia, Yemen, Algeria, Marocco e i tradizionali serbatoi di reclutamento di Isis. Il restante 30 per cento sarebbero invece giovani libici.
"Non a caso arrivano da Sirte, dai villaggi circostanti, Tarhuna, Bani Walid e dalla regione della capitale. Tutte zone dove Gheddafi godeva di ampia popolarità sino alla sua scomparsa nell’ottobre 2011. Utilizzano nomi di battaglia inventati sul momento, cercano di non farsi riconoscere per evitare che le loro famiglie possano venire perseguitate dai due governi di Tobruk e Tripoli. Temono le possibili rappresaglie della Nato, specie le squadre speciali inglesi e francesi.
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