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Se i profughi vanno in vacanza nei posti in cui son perseguitati

Il viaggio di ritorno nel Paese d'origine conferma che le persone che lo compiono non sono veramente perseguitate

Se i profughi vanno in vacanza nei posti in cui son perseguitati

Molti profughi trascorrono le proprie vacanze nei luoghi dai quali sarebbero scappati perché perseguitati. A renderlo noto è un'inchiesta del quotidiano tedesco Die Welt, che porta alla luce diversi casi di persone residenti in Germania con lo status di rifugiati politici e iscritti al registro dei disoccupati. Che però, durante l'estate sono tornati nei luoghi d'origini per le vacanze: Siria, Afghanistan, Libano.

A confermare l'esistenza di tale fenomeno è il Ministero per le Migrazioni e i Profughi, creato appositamente dal governo di Angela Merkel per gestire l'emergenza migratoria che interessa il Paese da oltre un anno. "Ci sono diversi casi come questi, noi non ci occupiamo però di fare indagini o statistiche a tal proposito, per cui non abbiamo informazioni precise a riguardo" ha detto il portavoce. Le istituzioni di governo non sono inoltre autorizzate a diffondere i dati personali dei profughi, neanche quelli che riguardano le loro vacanze.

Il Ministero per le Migrazioni e i Profughi poi conferma che i profughi non potrebbero fare quello che stanno facendo.

Le vacanze nelle terre di origini sono infatti degli indicatori che dimostrano come le persone che le compiono non siano veramente perseguitate e che quindi non abbiano i requisiti per ricevere gli aiuti e i sussidi che lo Stato tedesco garantisce loro.

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