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La morte orribile: "Divorato dalla zuppa bollente"

Il cuoco in questione, di 25 anni di età, lavorava da circa otto anni, per un misero compenso, nella cucina in cui si è consumata la tragedia

La morte orribile: "Divorato dalla zuppa bollente"

In Iraq si è consumata una tragedia tra i fornelli di una cucina: un cuoco 25enne è morto dopo essere caduto in un "pentolone bollente", procurandosi gravi ustioni e spirando dopo una lunga agonia. La tragedia in questione, i cui dettagli stanno emergendo soltanto adesso, si è consumata il 15 giugno a Zakho, nella regione settentrionale del Kurdistan, all'interno della cucina di un resort gestito dalla catena internazionale Hazel Hall for Weddings and Events.

Il cuoco si chiamava Issa Ismail e, riporta la stampa araba, era padre di un bambino di sei mesi e di altre due figlie. L'uomo lavorava da circa otto anni in quel resort, preparando portate per matrimoni e altri eventi importanti dietro un compenso equivalente a poco meno di 14 euro e mezzo. Secondo le ricostruzioni dell'accaduto messe a punto dalle emittenti mediorientali, lo chef, mentre stava cucinando e coordinando la preparazione dei piattti destinati a una festa nuziale, sarebbe scivolato e caduto dentro un enorme recipiente pieno di "zuppa di pollo bollente".

Grazie al tempestivo intervento degli altri cuochi e del personale della struttura, Issa è stato tirato fuori dal pentolone in breve tempo, ma le sue condizioni di salute sono subito apparse come gravissime. Il 25enne è stato così trasportato d'urgenza all'ospedale più vicino, dove i medici hanno riscontrato ustioni raccapriccianti sul "70% del corpo". In ospedale, il cuoco ha lottato contro la morte per cinque giorni, tra atroci dolori, ma non è stato possibile salvarlo.

L'incidente mortale in cui è rimasto coinvolto Issa ha subito provocato un dibattito infuocato in Iraq, con i familiari della vittima che denunciano il fatto che il 25enne avrebbbe finora lavorato instancabilmente in quella cucina in assenza di condizioni di lavoro dignitose.

A fare indignare i parenti del malcapitato, nel dettaglio, è soprattuto, oltre alla misera entità del compenso che veniva corrisposto allo chef, il fatto che, nella cucina incriminata, le misure di sicurezza sarebbero state finora o assenti o non aggiornate.

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