Mondo

Israele, Barenboim contro riforma: "Mi vergogno di essere israeliano"

Il direttore d'orchestra ha accusato dalle colonne di Haaretz il parlamento israeliano. Per Barenboim, la Knesset ha tradito gli ideale di pace e giustizia su cui è stato fondato Israele

Israele, Barenboim contro riforma: "Mi vergogno di essere israeliano"

Daniel Barenboim si scaglia contro la riforma costituzionale che definisce Israele come "lo Stato nazionale del popolo ebraico". Il direttore d'orchestra, noto non solo per il suo grande talento ma anche per essere il primo uomo a possedere sia il passaporto di Israele che quello della Palestina ha scelto di intervenire a gamba tesa sull'ultima riforma approvata dalla Knesset con un editoriale scritto di suo pugno per il quotidiano Haaretz.

“Oggi mi vergogno di essere israeliano”. Così titola il direttore d'orchestra. Per Barenboim, la scelta del parlamento israeliano è un tradimento verso gli ideali dei fondatori di Israele. Secondo il fondatore della West Eastern Divan Orchestra, coloro che hanno fondato Israele anelavano “alla libertà, alla giustizia, alla pace… promettevano libertà di culto, di coscienza, di lingua, di educazione, di cultura”.

Oggi, a detta del direttore, quella scelta del primo Stato di Israele è stata tradito dal parlamento con "una legge che sostituisce il principio di giustizia e i valori universali con nazionalismo e razzismo". Secondo Barenboim, la riforma costituzionale è una virata verso forme di "apartheid" che il popolo israeliano non avrebbe mai dovuto intraprendere. “Non riesco a capacitarmi che il popolo ebraico sia sopravvissuto per 2mila anni malgrado le persecuzioni ed infiniti atti di crudeltà, per trasformarsi adesso in un oppressore che tratta crudelmente un altro popolo. Ma questo è esattamente ciò che fa la nuova legge. Pertanto oggi mi vergogno di essere israeliano”.

Parole che scuotono la coscienza di molti israeliani e che fanno riflettere. Israele, come sostenuto da attenti osservatori, sta cambiando pelle. Il governo di Benjamin Netanyahu ha imposto una visione molto più nazionalista e contraria al sogno di convivenza con le altre etnie.

Molti editorialisti che si oppongono alla destra al potere hanno sottolineato che questa riforma cambierà definitivamente i connotati di Israele. Oltre alla definizione ci Israele come Stato ebraico, la scelta di considerare l'arabo non più lingua ufficiale e di scrivere nella Costituzione che “lo Stato vede lo sviluppo dell’insediamento ebraico come valore nazionale e agirà per incoraggiare e promuovere il suo consolidamento”, sono segnali che indicano che siamo di fronte a un cambiamento.

Le opposizioni sono preoccupate.

Commenti