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Joe Biden e Kamala Harris persone dell'anno secondo il Time

Il settimanale statunitense "Time" ha nominato "Persone dell'anno" 2020 i democratici Joe Biden e Kamala Harris, vincitori delle elezioni presidenziali Usa dello scorso 3 novembre.

Joe Biden e Kamala Harris persone dell'anno secondo il Time

Dopo Greta Thunberg, persona dell'anno 2019, la scelta del Time ricade - prevedibilmente - altre due icone "progressiste": Joe Biden e Kamala Harris. Come riporta l'agenzia stampa Adnkronos, il presidente eletto degli Stati Uniti Joe Biden e la sua vice Kamala Harris sono stati scelti dal Time come persona, o meglio persone dell'anno 2020. "Insieme, Joe Biden e Kamala Harris hanno offerto ristoro e rinnovamento in un unico ticket. E l'America ha comprato quello che loro stavano vendendo: dopo la più alta affluenza del secolo, hanno raccolto 81 milioni di voti, il massimo mai ottenuto nella storia presidenziale, vincendo su Trump di circa 7 milioni di voti e capovolgendo cinque stati in cui si sfidavano", scrive il Time nella sua motivazione. Altri due presidenti americani prima di Biden, Barack Obama nel 2012 e Donald Trump nel 2016, sono stati scelti al Time come persona dell'anno. Lo scorso anno la scelta era ricaduta sull'attivista per l'ambiente Greta Thunberg. Tra i finalisti annunciati quest'anno dal Time figuravano anche il virologo Anthony Fauci, volto simbolo della lotta contro il coronavirus negli Stati Uniti, gli operatori sanitari impegnati in prima linea e il movimento per la giustizia razziale.

Biden ed Harris persone dell'anno per il Time

Potevano non vincere coloro che hanno sconfitto il "cattivone" Donald Trump? Certo che no, e così il riconoscimento è arrivato, come da previsioni. Un premio per giunta arrivato mentre negli Stati Uniti infuria una disputa legale che non ha precedenti nella storia del Paese. E che mette in discussione proprio il risultato elettorale. Sono saliti a 17 gli stati, guidati dal Missouri, gli stati americani che si sono uniti alla causa del Texas dopo che il procuratore generale dello Stato, Ken Paxton, ha fatto ricorso alla Corte Suprema americana contro Georgia, Michigan, Pennsylvania e Wisconsin, accusando questi Stati – decisivi nella vittoria di Biden – di aver sfruttato la pandemia di Covid-19 per "modificare illegalmente all’ultimo minuto" le regole di voto per corrispondenza.

E se il ricorso desse ragione a Trump?

"Almeno 17 Stati si sono uniti al Texas nello straordinario caso contro la più grande frode elettorale nella storia degli Stati Uniti. Grazie!", ha commentato Donald Trump su Twitter. Come riporta Fox News, secondo lo Stato del Missouri e gli altri 16 stati che si sono uniti alla causa del Texas, le azioni intraprese da Georgia, Pennsylvania, Wisconsin e Michigan non solo sono incostituzionali, ma aprono anche le porte a una potenziale "frode diffusa". Il ricorso, annunciato da Paxton, accusa i dirigenti dei quattro Stati di non aver protetto dalle frodi il voto per posta – esteso a causa della pandemia – riducendo così "il peso dei voti espressi negli Stati che rispettano legalmente la struttura elettorale esposta nella costituzione": l'obiettivo è quello di escludere i quattro Stati dal voto dei grandi elettori in programma il 14 dicembre in cui è attesa la conferma di Biden alla presidenza.

Se avesse - clamorosamente - ragione Donald Trump, la copertina del Time sarebbe sicuramente da rivedere.

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