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Kasich fa il "ragioniere": avrò più delegati degli altri

Kasich fa il "ragioniere": avrò più delegati degli altri

A sessantaquattro anni John Kasich si gode il suo grande momento. Il governatore dell'Ohio si è imposto nel suo Stato, portando a casa la vittoria con un robusto 46,8% dei voti (952.690 preferenze), davanti a Trump che si è fermato al 35,7% (726.265). In uno Stato quasi spaccato in due, Kasich ha avuto dalla sua i centri più importanti, da Cleveland a Toledo, dalla capitale Columbus a Dayton e Cincinnati. La parte sud-est, invece, gli ha preferito Trump.

Pur avendo solo 138 delegati (Rubio, 168, si è ritirato) Kasich guarda al futuro con ottimismo. Lo fa snocciolando i numeri che ancora separano Trump dalla nomination: "Ci sono oltre 1000 delegati ancora da assegnare. Posso arrivare alla convention con più delegati di chiunque altro", ha detto intervistato dalla Cnn. L'Ohio è il primo Stato che conquista nelle primarie del Grand Old Party (Gop) e che gli permette di raddoppiare il suo bottino di delegati grazie alla formula "chi vince prende tutto". E c'è anche un altro dettaglio da non sottovalutare. L'Ohio è uno dei più importanti "swing state", cioè uno stato tradizionalmente in bilico. Ancor più importante, quindi, per aggiudicarsi il successo a novembre.

Nel discorso che ha tenuto sul podio della vittoria, alla Baldwin Wallace University di Berea (Ohio), dove si è presentato con accanto la moglie e le due giovani figlie gemelle, Kasich ha voluto prima di tutto congratularsi con il "talentuoso" Marco Rubio, appena ritiratosi dalla corsa e da cui spera di ereditare gli elettori. Ha poi confermato il suo messaggio pacato, da politico che vuole unificare e non dividere la destra: "Prima di essere democratici o repubblicani siamo americani, non percorrerò la strada più bassa (di livello ndr) per raggiungere la carica più alta del Paese".

"Una grande vittoria - prosegue Kasich - noi abbiamo condotto una campagna positiva. Basta dividere il paese, non funziona". Il segnale che vuole mandare al partito è questo: la corsa è ancora aperta.

Non tanto per far vincere me, ma di sicuro per fermare Trump.

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